FRANCESCO MORONI
Cronaca

Nolde: "Sporcizia e sentimento. Ecco il blues"

La musicista finalista del Premio Tenco 2021 arri al Manzoni per il ciclo ‘Afro American Connection’

Emma Nolde, 22 anni, è arrivata tra i finalisti del Premio Tenco 2021 per ‘Opera Prima’

Emma Nolde, 22 anni, è arrivata tra i finalisti del Premio Tenco 2021 per ‘Opera Prima’

Bologna, 14 maggio 2022 - Nolde, cos’è il blues per lei?

"Sporcizia. La tecnica serve? Probabilmente sì, ma onestamente non so quanto... Si dice che fare musica è difficile, mentre fare blues è impossibile". Classe 2000, toscana, già finalista del Premio Tenco per Opera Prima con il disco Toccaterra, Emma Nolde porta tutta la propria creatività e il proprio estro sul palco dell’Auditorium Manzoni questa sera, alle 21. In programma c’è la Blues Night, appuntamento della rassegna Afro American Connection proposta dal Teatro Comunale: un viaggio nella cultura della black music e, in particolare, sull’incredibile impatto che il blues ha avuto sulla musica contemporanea (Info: tcbo.iteventiafro-american-connection-blues).

Come arriva a questo appuntamento?

"Porto sul palco il mio disco che a me sembra appena uscito, ma in realtà sono passati già due anni. A breve uscirà il mio ultimo lavoro, quindi i live in cui mi sto esibendo si aggiorneranno di pari passo con l’inserimento di nuovi brani, di volta in volta".

L’evento di stasera come nasce?

"Ho conosciuto Massimo Morganti (sul palco insieme alla Tcbo Brass Band, ndr) e ho voluto fare parte di questa rassegna: ho detto ‘basta che mi fate suonare la chitarra e ci sono’. L’idea di suonare con l’orchestra mi elettrizza molto".

Cosa avete preparato?

"Una selezione di brani che in parte ho operato io, e in parte Morganti. Ho scelto pezzi un po’ meno conosciuti, essendo molto legata alla tradizione della chitarra slide, di bluesman che abbinano la voce al suono dalla chitarra. È stata una bella sfida riuscire ad arrangiare i pezzi che ho scelto".

E Morganti?

"Lui ha scelto brani più famosi, come Let The Good Time Roll. Io personalmente volevo portare il pubblico a conoscere qualcosa di diverso, di più ricercato".

Come mai?

"Purtroppo o per fortuna ci sono brani blues che, ormai, a forza di jam session si sono un po’ inflazionati, diciamo. Il blues nasce triste, come un sentimento super emotivo, e poi è diventato più felice soltanto più in là con il tempo".

E in Italia, che diffusione ha ora il genere?

"Ci sono bravissimi bluesman anche in Italia. A livello armonico si tratta di un genere elementare, ma è difficile saper rendere bene la sua natura".

Con Bologna che rapporto ha?

"Bellissimo. Ho fatto qui il mio primo concerto post-lockdown, quindi a tutti gli effetti il primo della mia carriera. E qua vivono i miei due migliori amici: non potrebbe esserci posto migliore dove esibirsi".

 

 

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