"Non riesci ad alzarti? Allora striscia"

Le agghiaccianti intercettazioni e video nell’ospizio lager di Monteveglio: urla, insulti, botte e costrizioni contro gli anziani ospiti

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Le ’orecchie’ dei Nas intercettano le grida di Aurelia Dragomir, titolare della casa famiglia Nino Aurelia di Monteveglio. Grida che sono rivolte verso uno dei nove ospiti presenti nella struttura in quel momento: "Dai alzati". Tocca ad Antonella, sua collaboratrice inveire contro l’anziana: "Sta merda umana... guarda che merda umana che sei". Non è finita: "Ora raddrizzati stron...". Eccolo uno spaccato agghiacciante di ciò che avveniva, secondo le accuse, all’interno della struttura adagiata sulle colline della Valsamoggia e che ha portato lunedì i carabinieri ad arrestare quattro persone, ora ai domiciliari: la Dragomir, romena di 56 anni, e le sorelle Antonella (63), Luana (59) e Natascia (45) Marchese, sue collaboratrici, accusate di aver maltrattato gli anziani. "Con comportamenti offensivi – scrivono il procuratore capo Giuseppe Amato e il sostituto Manuela Cavallo –, denigratori, minacciosi e violenti, intimorendoli con urla e minacce di punizioni e corporali, tali da ingenerare un clima di costante subordinazione e umiliazione".

È il 12 febbraio, in struttura sono presenti Dragomir, Antonella e Luana Marchese alle prese con le operazioni di alzata degli ospiti e colazione. La signora C., ospite della ’Nino Aurelia’, con un filo di voce dice qualcosa, Antonella ribatte fermamente: "Come non sei capace? Sei diventata una neonata? Striscia a gattoni e vai in bagno. Vai come i gatti, vai...". C. dice di non farcela, ma Antonella, ferma nel volere essere severa con la pensionata (che, per gli inquirenti, "è evidente si trovi sul pavimento") ripete: "I gatti come fanno?".

Stessa giornata, altra conversazione intercettata tra la Dragomir e un ospite: "Lascia stare i capelli che sei bella come il culo di padella". L’umiliazione non è finita, tutt’altro: "Sei bugiarda, come te non c’è neanche la più tr... che è sui viali. Hai capito adesso?". Sempre la romena in una nuova conversazione: "Apri la bocca, – dice urlando – neanche la bocca per le medicine, dio santo... vedi che non ti sopporta nessuno, che fai schifo". Non mancano i riferimenti dispregiativi a sfondo sessuale, come quelli a un’ottantenne, Alma P., poi deceduta in ospedale l’8 febbraio. Una morte che, con quella di Vincenzo Fornasini, 82 primavere, ha dato il via all’inchiesta: "Donna barbuta, sempre piaciuta".

Choccante anche un dialogo dell’8 febbraio. In struttura si sentono i flebili lamenti di Alma la quale, a voce molto bassa, chiede "aiuto, aiutatemi". Sarà ancora la Dragomir a rispondere, con tono minaccioso secondo gli inquirenti: "No, non ti aiuta nessuno perché sei cattiva. Non ti aiuta nessuno, quando stai zitta e cammini vai sulla poltrona. È la cattiveria questa. Chi ti devi aiutare? Chi? La Maria? La Lucia? La Tristana? Non ti aiuta nessuno, così impari". "Ammazzami", sussurra l’anziana. "Se ti ammazzo io? – grida la romena – Ti ammazza il diavolo". Agli atti dell’inchiesta, anche alcuni video, uno dei quali raccontato da Fabio Fornasini, figlio di Vincenzo, scomparso a gennaio all’ospedale di Bazzano. "Me lo mandò la titolare. Si vedeva papà a terra – ricorda al Carlino – che si dava piccole sberle sull’angolo di una spalla. Lei mi disse che era caduto, lui invece nel video diceva che l’avevano buttato a terra". Era gennaio. "Quando andai a trovarlo, me lo disse una seconda volta: Fabio, la Dragomir mi picchia. Ma io credevo che a parlare fosse la demenza senile. Invece... Ora andrò avanti per la mia strada, se qualcuno vuole unirsi lo aiuterò. Altrimenti andrò da solo per ridare giustizia a papà".

Nicola Bianchi

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