Omicidio di Budrio, i verbali del marito assassino

La confessione di Athos Vitali davanti al magistrato: “Per la prima volta in 69 anni ho fatto un grosso guaio”

Athos Vitali, 69 anni, reo confesso dell’omicidio della moglie Anna Lisa Cacciari, avvenuto ad Armarolo

Athos Vitali, 69 anni, reo confesso dell’omicidio della moglie Anna Lisa Cacciari, avvenuto ad Armarolo

Budrio (Bologna), 28 novembre 2017 – "Per la prima volta in 69 anni mi sono trovato a fare un grosso guaio". Inizia così la confessione resa la notte del 20 novembre nella caserma dei carabinieri di viale Panzacchi da Athos Vitali.

Il grosso guaio a cui allude il pensionato è l’omicidio della moglie Anna Lisa Cacciari, 65 anni, compiuto il giorno prima nella loro villetta di Armarolo di Budrio. Il verbale è riportato nell’ordinanza con cui il gip Franco Raffa ha convalidato il fermo e, su richiesta dei pm Giuseppe Amato e Stefano Orsi, disposto la custodia in carcere per Vitali, accusato di omicidio volontario aggravato dal vincolo coniugale.

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«Intorno alle 9,40 di ieri – continua Vitali nel racconto –, quando sono tornato a casa, ho avuto da dire con mia moglie, lei mi è venuta incontro e io l’ho colpita con qualcosa. Ieri mattina sono uscito di casa intorno alle 7,20, ho caricato i miei attrezzi da giardiniere sulla mia macchina, e mi sono recato al Roveri, dove lavoravo come giardiniere. Intorno alle 8,40 mi sono recato da una mia amica di burraco, con la quale ho una relazione extraconiugale, di cui in famiglia non sapeva nessuno. Abbiamo fatto una partita a carte, dopodiché mi sono recato ad Altedo per vedere una vigna che dovevo potare, e poi sono andato a casa».

All’arrivo di Vitali, la moglie lo rimprovera per il ritardo e scoppia una lite furibonda, sfociata nelle coltellate fatali. Da tempo in casa l’atmosfera era pesante: oltre alla relazione extraconiugale, di cui la coniuge forse aveva qualche sospetto, c’erano anche i problemi economici a pesare sulla coppia. I due, infatti, prima di andare in pensione avevano accumulato circa 70mila euro di debiti nella gestione di due pompe di benzina.

«Arrivato in casa alle 9,40 – prosegue Vitali nella confessione – è iniziata una discussione con mia moglie perché ero in ritardo. Lei era già vestita per uscire, dovevamo recarci insieme in banca perché abbiamo dei debiti. Mi ha aggredito verbalmente. C’è stato da parte mia uno scatto d’ira, perché lei mi è venuta contro, io ho afferrato un coltello che ho trovato lì in cucina e le ho sferrato un colpo».

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Athos per il delitto usa un coltello dal manico rosso trovato sul tavolo e colpisce Anna Lisa al torace. Due fendenti al cuore, fatali. Poi lava il coltello ed esce, convinto (a suo dire) che la moglie fosse ancora viva. Forse simula una rapina, perché il portafoglio della donna non si trova più: «Non ho simulato una rapina – assicura Vitali –, ma sono sicuro che lei avesse in mano la sua borsa. In effetti non so dove sia il portafoglio».

Dopo il delitto, il pensionato cerca di cancellare le prove: «Ho messo il coltello sotto l’acqua – conclude nel verbale – e l’ho rimesso insieme agli altri. Me ne sono uscito per sbollire l’ira, ho fatto un giro con la macchina e dopo poco ho chiamato mia moglie per dirle che sarei tornato a casa, ma è partita la segreteria... Arrivato a casa, ho visto mia moglie nella stessa posizione in cui l’avevo lasciata e ho chiamato mio cognato medico».

Vitali è stato incastrato dai tabulati telefonici e dalle telecamere che hanno smentito la sua versione iniziale. I gip l’ha disposto il carcere per il pericolo di fuga, eventualità ritenuta «altamente probabile» in caso di libertà.

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