Omicidio Matteuzzi, i messaggi di Alessandra alla madre di Padovani: “Non voglio morire”

Negli atti della Procura la corrispondenza fra le due donne. La donna, uccisa dall’ex, aveva anche scritto: “Tuo figlio va aiutato”. Sandra si confidò in chat con un poliziotto

Alessandra Matteuzzi e il luogo del delitto, davanti al portone del suo condominio

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Bologna, 11 gennaio 2023 – Omicidio Matteuzzi, nei faldoni della Procura per la tragica fine di Sandra c’è anche una corrispondenza tra la vittima e la madre dell’ex. 

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“Io non voglio morire!”, scriveva così in una chat datata 23 luglio (un mese prima della tragedia) con la mamma di Giovanni Padovani, che poi l'avrebbe uccisa, appunto, il 23 agosto a Bologna, tendendole un agguato sotto casa.

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I messaggi sono agli atti dell'inchiesta della Procura: “Tuo figlio va aiutato perché ha dei grossi problemi”, dice Alessandra.

Segue la risposta della madre: “Lui è rimasto convinto che tu lo tradivi continuamente dicendomi che hai rovinato tutto... comunque poi ci sentiamo al telefono”. Ma Alessandra insiste: “Questa è la sua follia e la sua patologia che lo porta a essere violento. Io non voglio morire!”.

La madre di Padovani a quel punto difende il figlio: "Guarda, Giovanni non è mai stato come dici con nessuno. Su queste cose ti sbagli”. Un mese dopo, Sandra, 56 anni, sarebbe stata assassinata.

Alessandra si confidò in chat con un poliziotto

Ma non è l’unica chat che trapela sul caso Matteuzzi, una decina di giorni prima di essere uccisa, Alessandra si confidò in chat con un poliziotto, conosciuto su un'app di incontri, raccontandogli quello che stava vivendo a causa delle persecuzioni dell'ex fidanzato.

Dall'analisi dei dispositivi informatici, disposta dalla Procura, è emerso che, scrivendo in chat, Matteuzzi parlava così dell'ex: "È un ragazzo con dei seri problemi ed è una cosa molto delicata... Si era impossessato di tutti i miei social, ho dovuto cambiare tutte le mail e la password”.

"Bisogna stare attenti a quelle persone. Ma ora lo hai mollato?”, le chiedeva il poliziotto. “Certo, e non solo... ma non ti posso raccontare ora”. “Spero tu stia serena ora”, le diceva lui, proseguendo la conversazione. “Ancora no, è presto”, continuava Alessandra, “ti dico solo che si è arrampicato al secondo piano del palazzo dove abito... una mattina poco tempo fa apro la finestra della terrazza e me lo sono visto entrare”. “Un folle”, commentava il poliziotto, che poi domandava: “Hai fatto denuncia?”. Risposta di Alessandra: “Non posso dirti nulla, ti ripeto è una situazione molto delicata. Deduci”. E lui: “Sono poliziotto, quindi posso immaginare. Ti auguro solo di aver risolto”.

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