Omicidio di Alessandra Matteuzzi, le ricerche di Giovanni Padovani: "Se la colpisco in testa con una mazza, poi urla?"

La perizia sul telefonino e sul computer del killer. L’uomo pianificava già un mese prima le fasi del delitto . La madre dell’assassino scriveva alla vittima: "Non far soffrire mio figlio"

Bologna, 11 gennaio 2023 – Le ricerche su Google degenerano man mano. L’11 giugno 2022, Giovanni Padovani cerca: ‘Stalking e violenza sulle donne quanti anni di reclusione’. Il 16, ‘come comprare un’arma’.

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Omicidio Matteuzzi, i messaggi di Alessandra alla madre di Padovani: “Non voglio morire”

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A luglio, poco meno di un mese prima dell’omicidio a martellate della ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, chiede al web la ‘quantificazione risarcimento danni stalking’ e la durata del ‘processo per stalking’.

Alessandra Matteuzzi e Giovanni Padovani
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Omicidio Matteuzzi, il killer si appuntava gli strumenti per ucciderla: martello, corda e finte chat

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Il giorno dopo i suoi intenti paiono delinearsi: ‘Che pena c’è per uccidere una donna‘, ‘pena accoltellamento’, ma anche ‘pagare delle persone per picchiare’. Il quadro si fa via via più macabro. Nei giorni immediatamente antecedenti il delitto, avvenuto il 23 agosto scorso, il ventisettenne non ha remore: ‘dove perde meno sangue una persona colpita da una mazza’, ‘con un colpo alla testa forte con una spranga riesce poi a urlare’ e ‘posto migliore per nascondersi con un cadavere’, e ‘Stati in cui non valgono le leggi italiane‘. Cerca anche articoli del tenore di ‘come uccidere la moglie ed essere felici’ e notizie su femminicidi. Gli elementi per il delitto compiuto poche ore dopo sono tutti qui.

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Alessandra Matteuzzi, Giovanni Padovani un mese prima dell’omicidio a Bologna: “La uccido”

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Questi gli inquietanti risvolti emersi dalla consulenza tecnica informatica disposta dalla Procura sui cellulari e i computer di Alessandra e del suo assassino. Il consulente ha depositato 311 pagine fitte di trascrizioni di chat, scambi social (Padovani aveva otto profili falsi), ricerche su Google. E gli ‘sfoghi’ del ragazzo sull’app delle note del telefono, per lui una sorta di diario segreto. Balza all’occhio il delirio del 2 luglio: "Scrivo questa lettera nel telefono sperando che qualcuno legga le ultime righe di un uomo disperato che per amore di una donna ha messo sotto i piedi dignità, onore, orgoglio. Una donna che mi ha manipolato e usato, facendomi passare per pazzo, ma la pazza è lei. Direte: lui l’ha uccisa, non sta meglio, anzi, è lui il pazzo, ma lei mi ha tradito", attacca Padovani, che riferisce di scrivere questi dettagli perché "andrò in galera e così la polizia potrà far conoscere a tutti il male che mi ha fatto", fino alla tragica conclusione: "La uccido perché lei mi ha ucciso moralmente, ha ucciso la mia autostima, mi ha fatto diventare apatico e ormai sono completamente suo".

C’è di più. Il 20 agosto, alle 5 del mattino, Padovani fa l’elenco delle cose che gli servono per compiere l’omicidio. "Nastro isolante, martello, corda (meglio manette). Fai chat inventata tra te e lei dove lei ti dice di venire a casa sua e portare le manette". Gli ultimi dettagli sono fissati. C’è pure una chat tra la madre di Padovani e Alessandra. La prima dice alla seconda che sta facendo soffrire il figlio senza motivo e le intima di "dargli fiducia": "Non puoi trattarlo così, non ci siamo proprio", la attacca il 12 luglio. Motivo della lite che tanto faceva soffrire il figlio? Il fatto che Alessandra avesse scoperto come lui, modificando le password, fosse riuscito a introdursi nel sistema di videosorveglianza di casa sua per spiarla costantemente. Una circostanza di cui il ragazzo non fa mistero con la madre: proprio a lei, il 23 aprile, inviava uno screenshot di una foto della fidanzata in casa, al telefono. "Sono le telecamere di casa sua", spiega il calciatore, "sono riuscito a entrare nelle telecamere". La querela per stalking presentata da Sandra risale al 29 luglio.

"Abbiamo avuto modo di analizzare, anche se per sommi capi, la corposa consulenza informatica depositata dal dottor Musella – fanno sapere gli avvocati della famiglia Matteuzzi, Chiara Rinaldi e Antonio Petroncini –: se da un lato non ci stupisce affatto la meticolosità con cui il Padovani ha studiato, architettato e pianificato valutando pure diverse opzioni per uccidere Alessandra Matteuzzi (l’indagato ha addirittura cercato quanto costasse assoldare un sicario...), dall’altro, umanamente, restiamo attoniti nel leggere a più riprese come un essere umano pianifichi la morte di un suo simile". I legali concludono: "Padovani ha iniziato ad ‘accarezzare’ l’idea di uccidere Alessandra sin dai primi giorni dello scorso giugno e dopo aver ‘scelto’ la modalità omicida ha semplicemente atteso l’occasione giusta e lo ha fatto".

Padovani, difeso dagli avvocati Gabriele Bordoni e Gianluca Malavasi, è detenuto al carcere della Dozza, accusato di omicidio aggravato dallo stalking, dal giorno dell’omicidio. Alla luce della consulenza informatica, è molto probabile che il capo d’accusa venga riformulato e sia contestata in aggiunta anche l’aggravante della premeditazione. Intanto, però, l’assassino di Alessandra pare si sia distinto tra le pareti della casa circondariale per un atto di altruismo: avrebbe salvato un altro detenuto da un tentativo di suicidio. Sarebbe successo, secondo quanto si apprende, prima di Natale. Padovani sarebbe intervenuto per soccorrere un compagno di cella che voleva farla finita, di fatto impedendoglielo. Non è chiaro se sull’episodio sia stata fatta una relazione.

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