VALENTINA REGGIANI
Cronaca

Omicidio Alice Neri, tutti i misteri: un uomo in carcere e tanti sospetti, ma manca il movente

La 32enne modenese è stata uccisa e bruciata nella sua auto. Dietro le sbarre un tunisino, però ancora tanti i quesiti senza risposta. Sotto la lente i filmati di quella notte dell’orrore a Concordia

Omicidio Alice Neri, tutti i misteri: un uomo in carcere e tanti sospetti, ma manca il movente

Concordia (Modena), 10 gennaio 2023 – Un uomo in cella, il tunisino Mohamed Gaaloul, appena tornato dalla Francia, e su cui gravano pesantissimi sospetti. E una famiglia, quella di Alice Neri, mamma 32 enne di Ravarino (Modena), sotto choc. Ma, soprattutto, tantissime domande ancora senza risposta. Riavvolgiamo il nastro.

È già calata la sera, quel terribile 18 novembre, quando all’interno del baule di un’auto divorata dalle fiamme nelle campagne di Fossa di Concordia, gli inquirenti, carabinieri e vigili del fuoco trovano i resti carbonizzati della giovane.

Le indagini scattano immediatamente: è l’ennesimo femminicidio. Come atto dovuto, per poter effettuare in fretta tutti gli accertamenti necessari, vengono iscritti nel registro degli indagati il marito della donna, Nicholas Negrini, e il collega, Marco Cuccui con cui la vittima trascorre l’ultima serata da viva, ovvero il 17 novembre all’interno dello smart Cafè di Concordia.

La svolta dopo settimane di lavoro: viene arrestato un tunisino, Mohamed Gaaloul, che quella sera era nel locale. I quesiti aperti, però, restano tantissimi.

Primo tra tutti: quale sarebbe stato il movente di un così efferato delitto? E ancora: Alice incontrò più persone nel suo ultimo giorno di vita: è possibile che sia sfuggito qualcosa? È possibile che il cerchio attorno al terribile delitto non sia chiuso?

Ci sono anche delle certezze, in questo giallo, e sono numerose. La donna, giovedì 17 novembre, avvisa il marito che presto sarebbe rientrata a casa dal lavoro. In realtà tarda di oltre un’ora. Poi lo informa che avrebbe raggiunto un’amica per un aperitivo ma, quella sera, vede invece il collega sardo al bar e rimane in sua compagnia fino alle 3.30 del mattino. "Prima di andarmene ho notato un giovane straniero, credo nordafricano, aggirarsi attorno all’auto di Alice", ha raccontato Cuccui, il ragazzo che era con lei, dopo il ritrovamento del corpo. Poi ci sono le ore e ore di immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona, che mostrano non solo l’arrivo di Mohamed, alle 3 circa al bar, ma anche la sua ombra nei pressi dell’auto della vittima. È certo – è lui a confermarlo – anche il fatto che Mohamed accetti un passaggio a casa da una donna bionda che affermerà di non conoscere, così come lo sono i vari passaggi sotto le telecamere di sorveglianza della zona dell’auto di Alice.

La procura ‘parla’ di chiari indizi di colpevolezza nei confronti del tunisino che – in base al racconto di alcuni conoscenti – sarebbe rientrato a casa di parenti, il venerdì mattina, con gli abiti sporchi di olio. Prodotto che sarebbe stato verosimilmente utilizzato per incendiare la vettura.

Ultimo dettaglio, la fuga del 29enne all’estero pochi giorni dopo il delitto. Se da una parte, quindi, gli elementi a carico dello straniero ci sono, dall’altra ci sono anche parecchi ‘buchi’ temporali e quesiti a cui ancora trovare risposta. Primo tra tutti, il movente.

Secondo i parenti della vittima quella sera Alice cercò, forse, di sottrarsi a delle avances prima di essere uccisa. Ma quanto accaduto in quell’auto resta un mistero.

Il tunisino ha negato con forza di essere fuggito: "Sono andato in Francia per lavorare come imbianchino e la notte dormivo in Germania".

Il suo cellulare, trovato in Germania su indicazione dell’indagato, sarebbe già nelle mani dei carabinieri per essere analizzato. Contestualmente il legale di Mohamed, l’avvocato Roberto Ghini, ha ottenuto di poter accedere alle tante ore di filmati registrati dalle telecamere di videosorveglianza della zona.

Le immagini potrebbero soddisfare un altro quesito irrisolto: quello relativo al ritorno del tunisino dal luogo in cui l’auto è stata data alle fiamme, con all’interno il corpo della vittima. Poi ci sono gli spostamenti effettuati dalla vettura quella notte. La Ford Fiesta parte alle 3.40 dallo Smart Cafè: pochi istanti prima il tunisino sarebbe salito a bordo. L’auto alle 3.42 pende l’iniziale direzione di via Martiri della Libertà ma, subito dopo, corregge il senso di marcia svoltando in direzione Vallalta, dove viveva il tunisino.

Poi la Ford appare ’incerta’ e, alle 4.03, percorre una strada di campagna, via Forella, probabilmente fino all’argine.

I puntini luminosi dei fari vengono avvistati dalle telecamere nuovamente alle 5.09 e alle 5.12 l’occhio elettronico riprende l’auto sempre in direzione Vallalta quando incrocia un secondo veicolo: altro punto oscuro della tragica vicenda.

Alle 5.15 la Ford, con alle spalle la seconda vettura imbocca via Mazzalupi da dove si sarebbe poi diretta verso quella zona tra due laghetti, a Fossa, dove è stato rinvenuto l’indomani il corpo carbonizzato della vittima.