Omicidio di Alessandra Matteuzzi, Padovani inviò video hard di altre donne ai compagni di calcio

Si sta analizzando il contenuto del telefono dell'indagato. Inoltre, ci sarebbe la possibilità che il killer si sia effettivamente arrampicato sul balcone della casa dove viveva l’ex fidanzata

Bologna, 28 aprile 2023 – Giovanni Padovani, nei mesi precedenti all'omicidio dell'ex fidanzata Alessandra Matteuzzi, condivise in una chat di gruppo con i suoi compagni di squadra video dei suoi rapporti sessuali con altre donne. Secondo quanto emerge dall'analisi del telefono, depositata agli atti, risultano conversazioni con altre donne, tra febbraio e agosto 2022, quando avvenne il delitto.

I filmati, non databili, sono tre: uno con una prima donna e altri due con una seconda, diverse da Alessandra. Padovani li condivise a giugno. E nelle note del telefono il calciatore dilettante scriveva i nomi delle donne che frequentava, annotando anche particolari sui rapporti sessuali. Per gli investigatori appare plausibile ritenere che sia stato Padovani e non Matteuzzi ad aver tradito in varie occasioni, "attuando condotte delle quali non ha esitato a divulgare informazioni e video vantandosi con ex compagni di squadra”.

Alessandra Matteuzzi e Giovanni Padovani
Alessandra Matteuzzi e Giovanni Padovani

Padovani poteva arrampicarsi sul balcone

Secondo una serie di verifiche tecniche svolte, inoltre, c’è la possibilità che Padovani si sia effettivamente arrampicato sul balcone della casa dove viveva Matteuzzi. La squadra mobile della Questura di Bologna ha varato questa ipotesi, in seguito alle indagini e nonostante l’indagato abbia negato la circostanza nelle dichiarazioni fatte nell'interrogatorio del 15 febbraio 2023.

L'episodio risalirebbe a tempo prima del delitto, avvenuto proprio sotto casa della donna, in via dell'Arcoveggio, il 23 agosto 2022. L'attività tecnica eseguita, con valutazioni fotografiche, planimetriche e rilevazioni metriche, anche alla luce della dimostrata prestanza fisica di Padovani, atleta e calciatore alto circa un metro e novanta, ha concluso per la possibilità che abbia compiuto tale azione.

Il messaggio inviato ai compagni di squadra

Un messaggio, inviato ai compagni di squadra, con cui chiedeva di prendere le sue parti "qualsiasi cosa succeda". Lo ha mandato il senigalliese Padovani circa due mesi prima di uccidere l’ex fidanzata, Alessandra Matteuzzi a colpi di martello, sotto casa di lei. Un messaggio vocale inviato nella chat della squadra siciliana in cui militava a livello dilettantistico e agli atti dell’inchiesta condotta dalla squadra mobile, insieme da altri nei quali annuncia che la donna avrebbe pagato. "Ragazzi penso che ho preso la mia decisione... Mi sto convincendo sempre di più... Qualsiasi cosa succeda dovete promettermi che spiegherete alla gente che è successa perché ho sofferto molto e spiegargli che sono stato manipolato e non sono più capace di intendere e di volere in modo lucido", diceva Padovani il 15 giugno 2022, pochi giorni dopo essersi lasciato con la bolognese. Attualmente in carcere, Padovani il 3 maggio sarà a processo davanti alla Corte di assise di Bologna per aver assassinato Alessandra, il 23 agosto 2022. Risponderà di omicidio aggravato da premeditazione, futili motivi, stalking e legame affettivo.

Nei messaggi successivi aggiungeva che non aveva più niente da perdere e che lei avrebbe pagato. La chat termina con Padovani che dopo alcune ore informò i compagni: "Ragazzi mi sono tranquillizzato per ora, vi aggiornerò". Ma per gli inquirenti da lì in avanti fu un progressivo crescendo fino all’omicidio.

Una foto presa dai social e postata da Alessandra Matteuzzi sarebbe stata determinante per la partenza dell’ex dalla Sicilia per Bologna, dove poi il 23 agosto avrebbe ucciso la donna. A quanto emerge dagli atti il 20 agosto Matteuzzi scaricò una foto di una mano tatuata di un giovane uomo, simile a quella di Padovani, mentre si trovava al tavolo di un locale. Poi la pubblicò, probabilmente, secondo gli investigatori, per indurre Padovani a ritenere che potesse trovarsi in compagnia di un ragazzo così tatuato. Alla vista dell’immagine, però, Padovani abbandonò in fretta il ritiro della squadra, alla vigilia di una partita importante, e partì. "Questa foto – ha raccontato un compagno a verbale – è stata sicuramente determinante per la sua partenza, appena vista l’immagine ho notato in Giovanni un immediato cambiamento di espressione e d’umore, l’aver visto quella mano maschile lo aveva sicuramente turbato".

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