"Ora vogliamo la verità su cosa è accaduto a Biagio: chi sa parli" Quel mistero di Villa Angeletti, indicata dalla ’soffiata’ anonima

Due misteri velarono la vicenda della sparizione di Biagio Carabellò. Uno era quello della famosa giacca sporca di sangue, ritrovata nell’appartamento che condivideva con il coinquilino A.S. e che, secondo i familiari, era stata lavata dopo la scomparsa del loro caro. Un elemento che ora potrebbe vedere ridimensionata la sua importanza: da un lato perché già all’epoca la Procura ritenne che "la posizione delle macchie fosse più compatibile con un imbrattamento accidentale che agli esiti di una aggressione", dall’altro perché i documenti di Carabellò sono stati trovati nella tasca di un altro giubbotto, vicino ai resti ritrovati ieri l’altro al Parco Nord.

Poi, la "soffiata" di una fonte anonima riferì all’avvocato Barbara Iannuccelli, legale della famiglia Carabellò, che il corpo di Biagio si sarebbe trovato "vicino all’acqua" a Villa Angeletti.

Così, l’avvocato e il soccorso alpino si recarono sul posto e, nel 2017, individuarono un pozzo sotterraneo in cui sarebbe potuto essere stato gettato il corpo. Pozzo che peraltro non è detto non sia collegato all’area del Parco Nord in cui è stato trovato lo scheletro, riflette Iannuccelli: "Lanciamo un appello a chi allora ci aiutò: noi siamo qui, chi sa qualcosa di più sulla scomparsa di Biagio parli".

f. o.

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