Stop alla Movida, i commercianti si ribellano: "Atto grave, contrario alle leggi"

Pronto il ricorso al Tar. I residenti di via Petroni: "Finalmente" Stop alla movida selvaggia

Movida notturna

Movida notturna

Bologna, 5 giugno 2015 - Da una parte c’è chi esulta, dall’altra c’è chi piange. La nuova ordinanza su tutta la zona universitaria ancora una volta divide la città. Se comitati e residenti si dicono soddisfatti e sperano che il provvedimento metta il silenziatore alle notti di movida selvaggia, dall’altra i commercianti lanciano l’allarme per la ricaduta che si avrà su molte attività che non avevano mai dato problemi. Ascom e Confesercenti, convocate ieri mattina dal sindaco, sono uscite dalla riunione e hanno vergato comunicati di fuoco.  «Chiediamo al sindaco di non procedere con l’ordinanza – tuona la Confcommercio –, perché avrà conseguenze economiche gravi e inevitabili». Altrettanto battagliera Confesercenti, che avverte il Comune: «L’atto è in contrasto con la normativa nazionale degli orari nella attività commerciali e turistiche, con le regole della normale concorrenza sul mercato e senza alcuna motivazione reale che giustifichi il provvedimento». Una frase che sembra la premessa per un futuro ricorso al Tar (già messo in conto dal Comune).

Esultano invece i residenti di via Petroni, dell’omonima associazione. «Sì siamo contenti per una serie di ragioni – spiega il portavoce Giuseppe Sisti –. Innanzitutto perché speriamo che si inizi a prendere sul serio questo problema dell’inquinamento acustico e del disturbo di quiete pubblica».  Poi, paradossalmente, i residenti che si schierarono contro i locali ‘fracassoni’ di via Petroni, ora si schierano dalla loro parte: «È un atto di equità rispetto ai commercianti di via Petroni, in quanto a pochi metri c’era chi poteva stare aperto molto più a lungo di loro». È felice, ma non troppo, anche chi abita nella zona cosiddetta U (da Belle Arti a Belmeloro), che da anni chiede una regolamentazione della vita notturna. «Cambia radicalmente, certo – conferma Silvia Ferraro (nella foto), portavoce della contrada –, ma non basta mettere regole diverse per cambiare le cose. La vera svolta deve essere raggiunta con una politica commerciale diversa, favorendo un mix merceologico, diminuendo così il numero di locali notturni».

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