Ospedali di Bologna, dimissioni in massa dei medici: via oltre 300 camici bianchi dimessi

A Bologna e provincia, chi ha lasciato il servizio pubblico supera il 10%: “Stanchi e malpagati”. I reparti con i maggiori abbandoni: Anestesia e Pronto soccorso. Il nodo delle sostituzioni

Bologna, 25 giugno 2023 – Stanchi, con stipendi ritenuti non adeguati all’impegno e alle responsabilità sostenute, con la vita familiare ridotta all’osso a causa dei turni e degli spostamenti: sono oltre 330 i medici che, nel giro di tre anni, si sono dimessi dagli ospedali di Bologna, dagli annessi servizi territoriali (sono compresi anche i medici di famiglia: 53 i dimissionari) e da quello di Imola. L’organico complessivo dei medici ospedalieri di Bologna e provincia è di circa tremila unità, secondo i dati forniti dalle organizzazioni sindacali. Questo vuole dire che in un triennio hanno abbandonato il posto di lavoro in modo volontariato oltre il dieci per cento dei medici.

Medici: oltre 300 dimissioni dagli ospedali di Bologna e provincia
Medici: oltre 300 dimissioni dagli ospedali di Bologna e provincia

Dagli ospedali che afferiscono all’Ausl di Bologna, a iniziare dal Maggiore fino ai nosocomi di provincia e ai servizi territoriali, dal primo gennaio 2020 al primo febbraio 2023, hanno consegnato le loro dimissioni 128 specialisti, a questi devono essere aggiunti altri 94 tra medici di medicina generale, pediatri, medici di emergenza sanitaria territoriale, psicologi e 19 specialisti convenzionati che lavorano sul territorio (ci sono cardiologi, endocrinologi, oculisti, pediatri, urologi, dermatologi, ginecologi, neurologi).

A questi numeri vanno aggiunti quelli del Policlinico Sant’Orsola dal quale, sempre in tre anni, se ne sono andati 42 medici, quelli del Rizzoli dove le uscite volontarie sono state 14, mentre all’Ausl di Imola hanno presentato le dimissioni 34 professionisti.

Per quanto riguarda le specialità, il numero maggiore di abbandoni c’è in quello che è uno dei settori dove gli ospedali fanno più fatica a reperire i professionisti: anestesia e rianimazione. Dagli ospedali che fanno capo all’Azienda Usl Bologna se ne sono andati in 24, dal Sant’Orsola dieci, dal Rizzoli otto e da Imola dieci. Ma ci sono altre specialità che vengono abbandonate e in questo caso sono i numeri dell’Ausl a essere i più significativi: da Medicina e chirurgia d’urgenza se ne sono andate dodici persone, dai reparti di Medicina interna dieci, nove i medici che hanno lasciato il reparto di Ortopedia e traumatologia. Ma lasciano, anche se in numero minore gli oftalmologi (sei le uscite), i geriatri (in questo caso sono quattro), i pediatri (altri quattro), i radiologi (anche loro contano quattro uscite), i medici addetti alle trasfusioni (ancora quattro dimissionari). Tra gli altri professionisti che si sono dimessi anche ginecologi, altro settore di difficile reperimento di personale, cardiologici, dermatologi, neurochirurghi.

"Una situazione che si sta trasformando in emergenza – sottolinea Valentina Castaldini, capogruppo in Regione per Forza Italia –. Abbiamo richiesto questi dati alla Regione perché volevamo verificare con dati certificati quelle che erano le tante voci di medici che lasciavano gli ospedali, e i numeri forniti lo dimostrano. Gli ospedali dell’Emilia Romagna sono in grande sofferenza. Qui bisogna ripensare l’intero sistema: parlare con queste professionisti e capire bene perché vanno vai, come si può rimediare. E poi c’è l’altro grande tema che è conseguente a tutte queste uscite: chi sostituirà questi medici? Chi formerà sul campo i giovani che entrano?".

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