"Pd, adesso serve un progetto per Bologna"

Il deputato Benamati: "Poi si penserà al candidato sindaco per il 2021. Lepore? Fa parte di una classe di giovani amministratori preparati"

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Gianluca Benamati, deputato del Pd dal 2008, è da sempre attento osservatore delle vicende politiche bolognesi. "Ed è ‘presente’ molto più di quanto appaia", rivela un dirigente locale del partito.

Letta sul Carlino di ieri l’intervista all’assessore comunale Matteo Lepore – che è fra i possibili candidati sindaco per il 2021, e che ha delineato la sua visione di città – Benamati commenta: "Lepore pone un tema vero: la ripartenza di Bologna. E indica anche delle priorità: turismo, attività produttive, università. Penso che il tema della ripartenza della città debba essere il tema della riflessione di tutti, perché oggi come non mai è tempo di definire un progetto per il futuro della città".

C’è chi legge le proposte di Lepore come un primo passo verso la candidatura a sindaco. Lei che ne pensa?

"Penso che ora il Pd debba aprirsi a una fase di analisi e riflessione sui temi che questa crisi ci pone in modo drammatico. E che da qui si debba ripartire con un progetto per la città".

Insomma, niente nomi?

"I nomi verranno. Sapendo che c’è una classe di giovani amministratori capaci, di cui certo Lepore fa parte".

È un’apertura di credito?

"Riconosco che Lepore, con altri, è obiettivamente fra gli assessori che sta operando con più determinazione in questo momento difficile per la nostra città".

L’assessore auspica la fine di un certo dualismo fra Bologna e la Regione. È d’accordo?

"Trovo che sia un auspicio molto giusto. Perché se è vero che l’Emilia-Romagna è il motore del Paese, è anche vero che la città metropolitana di Bologna, dove risiede un quarto della popolazione regionale, è il motore dell’Emilia-Romagna. Insomma, non ha senso contrapporre l’una all’altra".

Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, auspica un sindaco con solido curriculum e leadership indiscussa.

"Beh, su questo è difficile non essere d’accordo. Credo che tutti si aspettino, dal sindaco di Bologna, solida capacità amministrativa, solide esperienza e preparazione, equilibrio e affidabilità".

Che bilancio fa dei due mandati di Virginio Merola?

"Mi pare che in questi dieci anni. in cui non sono mancati momenti difficili, la città sia stata ben governata, e che da Palazzo d’Accursio ci siano state scelte e risposte positive ai problemi della città e dei bolognesi. È nostra intenzione proseguire in questo senso anche per il futuro".

Pensa che il prossimo candidato sindaco del centrosinistra debba essere espresso passando per le primarie?

"Le primarie sono nel nostro Dna, nel nostro Statuto. Sono previste e hanno indubbiamente la loro funzione".

Dunque, primarie sempre e comunque?

"Mettiamola così: non mi scandalizzerei se le facessimo. Né se, viceversa, finissimo per trovare un accordo ampio su un nome e arrivassimo a convergere su una candidatura unitaria".

Il candidato sindaco del 2021 dovrà avere in tasca la tessera del Pd? O si può immaginare un nome civico?

"Penso che in questa città il Partito democratico, per la sua storia e i risultati elettorali, per tutto ciò che significa, abbia tutto il diritto di pensare di partire da se stesso. Credo che sia giusto farlo rivendicando ciò che si è fatto e ottenuto in questi anni".

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