FABIO MARCHIONI
Cronaca

Piccoli scalpellini crescono alle elementari

L’associazione Fulvio Ciancabilla all’Istituto comprensivo per insegnare agli alunni l’antica arte della lavorazione dell’arenaria

L’associazione Fulvio Ciancabilla all’Istituto comprensivo per insegnare agli alunni l’antica arte della lavorazione dell’arenaria

L’associazione Fulvio Ciancabilla all’Istituto comprensivo per insegnare agli alunni l’antica arte della lavorazione dell’arenaria

Un laboratorio di scultura per i ragazzi della scuola primaria di Grizzana Morandi. Il corso è organizzato dall’Istituto comprensivo in collaborazione con la bottega degli scalpellini, il settore operativo dell’associazione Fulvio Ciancabilla. La bottega organizza lezioni di avvicinamento alla scultura e si occupa di tramandare l’antica arte della lavorazione della pietra arenaria di Montovolo e della Valle del Reno.

L’iniziativa coinvolge 14 ragazzi e si svolge su tre date: il 14, 21 e 28 gennaio. L’iniziativa a scuola fa parte del progetto ‘Da Campolo l’Arte fa Scola’ finanziato con fondi Pnrr. "Da cinque anni organizziamo corsi base di lavorazione – racconta Stefano Vannini, presidente dell’associazione Ciancabilla – destinati agli adulti. Durante le nostre uscite a spasso per il territorio abbiamo potuto riscontrare la curiosità dei bambini. L’idea di coinvolgerli è nata così. Il proposito di entrare a scuola si è concretizzato grazie a Roberta Tiberi, maestra scalpellina e mamma di un allievo di Grizzana, e all’insegnante Stefania degli Esposti".

L’obiettivo del laboratorio è scolpire su una piccola lastra in arenaria il fiore della vita, antico simbolo utilizzato dai maestri comacini. Inizialmente i ragazzi dovranno disegnare il fiore su un foglio poi, con la carta carbone, trasferirlo sulla superficie della lastra e, da lì, iniziare a lavorare di mazzuolo e scalpello, rigorosamente muniti di occhiali protettivi.

"Questo primo modulo potrà essere replicato – prosegue Vannini – se ci sarà interesse da parte del territorio. In realtà la prima esperienza, anche quella molto positiva, l’abbiamo fatta lo scorso anno nella classe quinta di un istituto agrario. Ci sono già interessamenti da parte delle scuole di Camugnano e Marzabotto. Nel tempo ci siamo accorti che scolpire la pietra ha anche un vantaggio sconosciuto ai più: è un’attività che assorbe completamente chi la pratica permettendo di raggiungere uno stato di rilassamento invidiabile".

I docenti del corsi sono i maestri della bottega, tra cui Alfredo Marchi, Giancarlo degli Esposti e Rodolfo Mucci, direttamente coinvolti dall’ iniziativa scolastica. "Nel 2019 – rivela Vannini – i maestri erano tre e oggi sono venticinque, l’interesse e le iniziative si stanno moltiplicando. Il problema principale è il reperimento della pietra da lavoro".

A rendere di fatto impossibile l’utilizzo di pietra locale è la mancanza di cave locali e una normativa molto rigida che impedisce di utilizzare il materiale che si distacca spontaneamente dalle pareti. "E dire che di pietra – conclude Vannini – ne basterebbe poca: con 1000 metri, il volume di un piccolo palazzo, lavorerebbero duecento scalpellini. Per il momento compriamo arenaria spagnola, morbida e molto adatta ai fini didattici, e pietra dalle cave di Firenzuola: speriamo che, nel tempo, qualcosa si muova anche in zona".

Fabio Marchioni