
"E’ gravissimo che in Consiglio comunale il Comune di Bologna non abbia dedicato neanche un momento di ricordo all’attentato alle Torri Gemelle, nemmeno un’iniziativa. Neppure un minuto di silenzio". Fratelli d’Italia attacca l’amministrazione sul "silenzio" riguardante l’11 settembre, la tragedia che ha segnato la storia della modernità, 22 anni fa. Il Comune ha invece scelto di focalizzarsi su un altro fatto storico (importante, ma non di più dell’11 settembre 2001) accaduto esattamente 50 anni fa, il golpe in Cile. In una città che ha avuto come primo cittadino Giorgio Guazzaloca, che fu il primo sindaco italiano a visitare il cratere di Ground Zero a pochi giorni dal disastro. Stefano Cavedagna non ci sta. "Il sindaco ha trovato il tempo per assegnare la Turrita d’Argento al fondatore del Cassero arcigay e dedicato il consiglio al ricordo del Golpe in Cile. Nulla questio, ma questo dimostra le priorità della giunta in questo giorno che invece ci dovrebbe vedere tutti uniti nel ricordo e nella condanna al terrorismo islamico – dichiara il capogruppo di FdI –. Noi di FdI ricordiamo quella tragedia, il più grave attentato all’Occidente da parte di mano islamica, e lo faremo per sempre. Vigileremo che non accada più, anche se Lepore non è nuovo a queste dimenticanze".
Dello stesso tenore il commento di Giulio Venturi. "Nessun ricordo, nessuna commemorazione, nemmeno un minuto di silenzio per le vittime delle Torri Gemelle dell’11 Settembre 2001 a New York. Lepore ha ricordato in apertura del Consiglio comunale il cinquantesimo del golpe in Cile con gli interventi della presidente Maria Caterina Manca, di Andrea Speranzoni, avvocato dei familiari delle vittime cilene nel processo relativo all’Operazione Condor in America Latina e al caso dell’attacco al palazzo de La Moneda, e non si è degnato di ricordare le vittime del terrorismo islamico che quel maledetto giorno di ventidue anni fa ha cambiato per sempre le sorti del mondo oltre che della mia famiglia – sottolinea il consigliere comunale e portavoce della Lega a Bologna –. Fu proprio a seguito dell’attacco alle Torri Gemelle che venne revocata la scorta a mio zio Marco Biagi, non giudicato un obiettivo sensibile nonostante le ripetute minacce delle Brigate Rosse. Quella sottovalutazione sarà la causa principale della morte di Marco: se la scorta gli fosse stata lasciata, come ammesso dagli stessi brigatisti, non avrebbero mai potuto compiere quel loro folle gesto. Per questo oggi appare ancora più grave la mancanza del sindaco, riguardo una parte fondamentale della storia moderna. Un sindaco distante dai bisogni dei bolognesi, dalla storia e impratico come dimostrano le continue decisioni scellerate"
pa. ros.
