Polvere sospetta al giudice Scatta l’allarme in tribunale

Nella busta sostanza biancastra e uno scritto di un ex imputato condannato. Ufficio evacuato, attese le analisi di Arpae. Sul posto anche gli artificieri

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di Nicola Bianchi

"Tutto risolto, grazie. Niente di preoccupante". Cerca di sorridere il giudice Fabio Cosentino prima di lasciare il tribunale e dopo essere stato sentito dai carabinieri. Zaino sulle spalle, la mascherina ben sistemata sul volto, i modi sempre gentili e cordiali con chiunque. Sono le 16 quando l’apprensione sembra essere ormai alle spalle. Quella che ha generato una busta, fatta recapitare nell’ufficio del giudice, con all’interno polvere sospetta ora nelle mani dei tecnici di Arpae per essere analizzata, per capire l’entità della sostanza ed eventuali pericoli batteriologici: i risultati sono attesi tra oggi e domani. "Nessun rischio chimico o radioattivo", tranquillizzano subito i sanitari del 118 con i mascheroni protettivi prima di chiudere il referto e consigliare al giudice e a due sue collaboratrici di rimanere in isolamento precauzionale almeno fino all’ultima parola di Arpae.

LA MISSIVA

Mercoledì, le 13.30. Palazzo di giustizia è praticamente vuoto, avvocati e magistrati in pausa pranzo, le udienze pronte a riprendere di lì a poco. All’improvviso però via D’Azeglio viene presa d’assalto dalle sirene di carabinieri, vigili del fuoco, ambulanza: tutte dirette in tribunale. Dai furgoni rossi e neri scendono le tute bianche della Scientifica, gli artificieri, gli uomini del nucleo Nbcr (Nucleare, biologico, chimico, radiologico), arrivano un medico e un infermiere, tutti indossano ogni tipo di protezione sia sul corpo che sulla faccia. Primo piano, la direzione è l’ufficio del giudice Cosentino. Motivo? Una lettera sospetta, arrivata regolarmente via posta e consegnata al togato alle 13.30 insieme al resto della corrispondenza di giornata, con dentro uno scritto ma soprattutto della polvere.

L’EX IMPUTATO

"Dopo quella scoperta – così il presidente del tribunale Alberto Ziroldi arrivato per vedere con i propri occhi ciò che stava accadendo – sono stati attivati tutti gli accertamenti necessari e presa ogni precauzione". Al momento dell’arrivo della busta, il giudice non era in ufficio, presenti invece due sue collaboratrici. Proprio loro si sono accorte per prime della fuoriuscita della polvere biancastra facendo scattare l’allarme. Secondo quanto emerso, all’interno era contenuta anche una lunga lettera ("ma non a carattere minatorio", confidavano gli inquirenti), scritta da un ex imputato condannato dallo stesso giudice circa un anno e mezzo fa per reati minorili, e conclusa con un sarcastico ’grazie’. Come previsto dal protocollo, l’ufficio è stato ’sigillato’, controllato e sanificato da cima a fondo, con il primo piano del tribunale – che ha sempre funzionato regolarmente – chiuso temporaneamente per permettere gli accertamenti. Dalla Procura è stato aperto un fascicolo conoscitivo, l’indagine è stata affidata ai carabinieri del Nucleo Investigativo e della Compagnia della Bologna centro.

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