Professionisti della protesta a tutti i costi

Tutti gli studenti sono uguali, ma poi ci sono i peggiori e i migliori. Non sempre la differenza la fanno le valutazioni del corso di laurea. Ci sono quelli che hanno come obiettivo principale la protesta anche violenta e quelli che, pur avendo presente quali sono i diritti da difendere, sanno trovare l’equilibrio giusto, senza eccessi, anche nella protesta. I professionisti della contestazione che fanno parte della melassa di antagonisti e anarcoidi cercano ogni giorno un pretesto per scendere in piazza e occupare edifici, come è successo negli ultimi giorni proprio a Bologna, con scenografiche irruzioni in alcune strutture universitarie. Questa rumorosa e folkloristica minoranza gode di un’impunità che la induce ad esagerare appena può. Mentre la magistratura cerca di capire quali reati vengono commessi durante le occupazioni, un bel Daspo urbano, cioè allontanamento dalla città, consentirebbe di tenere alla larga questa schiera di agitatori metropolitani. Difficile dire su due piedi qual è il rendimento universitario dei professionisti della protesta, impegnati un giorno sì e uno no a piantare grane e cercare edifici da occupare. L’aria è cambiata anche a Bologna, e dopo anni di tolleranza che hanno dato forza a questi svalvolati adesso la comunità, anche politica, è più rigida. Ma forse il giro di vite non è sufficiente. Volendo, si può fare meglio adeguando la reazione all’azione.

mail: beppe.boni@ilcarlino.net

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