Profughi ucraina: paste e caffè, la colazione è offerta a San Lazzaro

La famiglia Marchi delle aziende Italbitumi e Romea fanno arrivare paste e bevande ai 61 ucraini ospiti dell’Hotel Unaway

I bambini che alloggiano all’Unaway mentre fanno colazione

I bambini che alloggiano all’Unaway mentre fanno colazione

Bologna, 11 marzo 2022 - Ogni mattina splendidi cabaret di paste e bevande arrivano all’Hotel Unaway di San Lazzaro per servire la colazione ai 61 rifugiati ucraini ospiti della struttura. Tutta questa dolcezza, è il caso di dirlo, è offerta dalla famiglia Marchi, titolari delle aziende Italbitumi srl e Romea srl. Tutte le mattine i volontari della Cri, le crocerossine e i volontari del comune di San Lazzaro passano dalla pasticceria dove tutto è già stato pagato, caricano sui mezzi e raggiungono l’albergo per far iniziare al meglio la giornate alle 61 persone, 28 bambini con le loro mamme e nonne, scappate dai bombardamenti che stanno avvenendo nel loro Paese, l’Ucraina.

Come le è venuta l’idea delle colazioni?

"Queste persone vanno aiutate in modo concreto, soprattutto i bambini che stanno pagando un prezzo altissimo per questo conflitto. E noi cerchiamo di aiutarli in modo concreto", risponde Lorenzo Marchi che ha dato il via all’iniziativa.

Sappiamo che lei e la sua famiglia non avete fatto solo questo: c’è una donazione che si aggira intorno ai 50mila euro se non sbaglio.

"Abbiamo portato abiti, scarpe, felpe, giubbotti ma anche disinfettanti, pannolini per bambini, materiale scolastico per circa 250 persone. Arrivano bambini devastati da quello che hanno passato ma quando ricominciano a sorridere, ecco quella è la cose più bella del mondo. Vede, noi siamo persone fortunate e dobbiamo aiutare gli altri. Cerchiamo di dare una mano anche alle mamme nelle spese quotidiane: questa gente è scappata con niente perché se restava là moriva".

Avete altri progetti in mente?

"Intanto andiamo avanti con gli aiuti qui in Italia perché purtroppo in Ucraina la situazione, lo sapete bene, è terribile. Non ci sono le Nazioni Unite e nemmeno la Croce Rossa riesce a essere presente stabilmente a causa del violento conflitto: consegnare materiale, farmaci o cibo là non si riesce a capire se vada alle persone che ne hanno veramente bisogno. Quindi, al momento, andiamo avanti con le iniziative qui sul territorio, poi si vedrà. In realtà sto pensando anche a un altro progetto, anche se al momento un po’ prematuro parlarne".

Una delle aziende della sua famiglia è nel campo petrolifero. Vi aspettavate una situazione del genere?

"Sinceramente è un po’ che c’era il sentore di qualcosa che stava diventando più grande di quello che si pensasse. Al momento la situazione regge, anche se a prezzi molto alti. Noi continuiamo a rifornire tutti gli enti, ospedali compresi".

La raccolta fondi del Gruppo Monrif per l'Ucraina

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