Profughi ucraini ospitati in casa a Bologna: "Scampati alle bombe, ora stanno con me"

L’assessore al Welfare di Castenaso, Lauriana Sapienza, ha aperto le porte a due profughi: una mamma di 26 anni con il suo bimbo di sei

L’assessore Lauriana Sapienza assieme alla giovane mamma Zina Ida e al suo bambino, Stefan

L’assessore Lauriana Sapienza assieme alla giovane mamma Zina Ida e al suo bambino, Stefan

Bologna, 16 marzo 2022 - Da lunedì sera c’è un posto caldo e sicuro, in zona Roveri, tra Bologna e Castenaso, per Zina Ida, 26 anni e Stefan, il suo bambino di sei. Sono fuggiti dalla campagna di Mykolaïv, grosso centro abitato a 65 chilometri dal Mar Nero e a soli 130 chilometri da Odessa. Ad aspettarli, a braccia aperte, Lauriana Sapienza, assessore al Welfare di Castenaso e la sua grande famiglia piacevolmente ‘fuori dal comune’. Sì, perché Lauriana, insieme al marito Stefano, accoglie da anni profughi, stranieri e migranti, aiutandoli a inserirsi nel tessuto sociale ed è stata lei, paladina del progetto di accoglienza ‘Vesta’ a portarlo anche nel territorio di Castenaso.

Ora, grazie alla lunga storia di accoglienza della famiglia Sapienza-Borghi, sono i primi cittadini bolognesi del progetto Vesta ad accogliere due rifugiati di ucraini. Grazie a questo progetto Zina Ida e Stefan verranno inseriti nella comunità e seguiti passo passo. Sono arrivati a Bologna lasciando indietro il giovane marito di Zina, e papà del piccolo, che sta servendo il suo Paese come militare. A fare da tramite, sia per il viaggio che linguisticamente, è Stefan, suocero di Zina, che vive con la moglie da anni a Bologna: "Zina e Stefan sono arrivati dopo un lunghissimo viaggio domenica sera, grazie all’aiuto di tutti coloro che, da tutta Europa, ci stanno aiutando. Sono andati fino al confine con la Moldavia dove hanno preso un treno fino alla Romania, poi un altro treno fino al confine con l’Italia e una corriera che li ha portati fino a qui", racconta Stefan che poi passa a tradurre le parole di Zina che, per ora, non sa nessun’altra lingua fuori dall’ucraino: "Non sappiamo come ringraziare questa meravigliosa famiglia che ci ospita. Saremo grati loro per sempre. Mio marito lo sentiamo tutti i giorni. È là, a combattere anche per noi, per la nostra casa, per il futuro di nostro figlio. Noi siamo fortunati ad essere qui e siamo grati di essere riusciti ad arrivare. Ci sono persone che non ce l’hanno fatta. Le bombe cadevano sempre più vicine, non c’era notte in cui si dormisse, non c’era giorno in cui non si avesse paura. Grazie a mio suocero Stefan siamo arrivati qui e ora cercheremo entrambi di ambientarci".

Dopo un po’ la parola la prende Lauriana: "Sono felicissima che siano qui e quando mi hanno chiamato, lunedì sera, per chiedermi se potevo accoglierli non ci ho pensato due volte. Grazie al progetto Vesta ora cercheremo anche di creare un curriculum a Zina e provvederemo a farle imparare presto l’italiano. Per il piccolo Stefan troveremo una scuola e gli faremo fare tutto ciò che è necessario. Potranno stare da noi tutto il tempo che vogliono".

Oltre ai quattro figli, una ora vive a Torino, nell’abitazione c’è anche una ragazza di 17 anni, bulgara, atleta di ginnastica ritmica che, per prepararsi ai Giochi di Parigi è dovuta espatriare e trovare una polisportiva che l’allenasse, e l’ha trovata a due passi da casa di Lauriana. I figli di Sapienza sono cresciuti con questo spirito. La porta di casa loro è sempre aperta a chi ne ha più bisogno e in questo frangente non potevano essere da meno.

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