Sollecitare una riflessione sulle linee di demarcazione tra il fascino visivo delle immagini e la sottesa ideologia totalitaria fallimentare. Ecco il contenuto della mostra ’Propaganda The Art of Political Indoctrination’ che si apre domenica 25 alla Fondazione Cirulli Factory (in via Emilia 275 a San Lazzaro) con la curatela visuale di Nicola Lucchi.
Già presentata a ’Casa Italiana Zerilli-Marimo’ di New York University nel marzo 2020, la mostra prende in esame i meccanismi della propaganda attraverso la lente della politica italiana del XX secolo, con un focus sugli anni compresi tra il 1922 e il 1943. Documenti, grafica pubblicitaria e opere d’arte del Ventennio, cui fa seguito una serie di opere ai margini di questo periodo storico, sono il cuore dell’esposizione che si conclude con una sezione dedicata alla ricostruzione e alle elezioni del 1948. Interessante vedere come nessuna parte della vita quotidiana viene trascurata, dallo sport, all’industria fino alle vacanze.
’Burattinaio o burattino?’ è la prima parte tematica di un percorso diviso in 5 punti. "Raccogliere consensi attorno alla figura di un forte leader – spiegano gli organizzatori – è una strategia tipica della propaganda totalitaria. In Italia, tra le due Guerre mondiali, questo culto della personalità si focalizzò sul Duce Benito Mussolini, uomo-forte per antonomasia, fondatore del partito fascista italiano e primo ministro tra il 1922 e il 1943". Il secondo capitolo è ’Prima e dopo il fascismo’: le forze democratiche sono egualmente in grado di sviluppare un efficace indottrinamento politico attraverso narrazioni accattivanti. ’Politica e affari’, ’Il controllo della vita quotidiana’ e ’Al di là dei confini nazionali’ chiudono l’esposizione. Info: fondazionecirulli.org
Nella foto, il fotocollage di Ram (Ruggero Alfredo Michahelles)
’Italien’ del 1930.
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