Prostituzione Bologna, reclutavano e sfruttavano giovani transessuali peruviani: ecco come

Padre e figlio peruviani insieme al compagno di quest’ultimo (rumeno) sono stati raggiunti dal divieto di dimora in città

Prostituzione: indagati tre uomini per sfruttamento (foto d'archivio)

Prostituzione: indagati tre uomini per sfruttamento (foto d'archivio)

Bologna, 9 maggio 2023 – Corticella e Parco dei Cedri a San Lazzaro: queste le zone ‘scelte’ per far prostituire i transessuali reclutati dal Perù, loro paese di origine e sfruttati da padre e figlio con la complicità di un terzo uomo rumeno. Nei loro confronti sono state emesse tre misure cautelari personali di divieto di dimora nella città metropolitana di Bologna con l’accusa di aver reclutato e sfruttato per la prostituzione giovani transessuali sudamericani.

L’indagine è partita dalla segnalazione fatta agli uomini della Squadra Mobile da un gruppo di transessuali che riferivano di aver subito delle aggressioni ad opera di una coppia, intenzionata ad affermare la propria egemonia e controllo su alcuni tratti di strada in cui si svolgeva l’attività di prostituzione.

Gli episodi sarebbero iniziati nel 2022 a Zola Predosa (Bologna) lungo le vie Rigosa e Roma, nonché in città lungo la direttrice dei viali Togliatti e Gandhi, dove normalmente nella notte il gruppo di transessuali peruviani, circa una dozzina, era solito stazionare in attesa di clienti.

La coppia indagata era composta da un transessuale peruviano di 35 anni e dal suo compagno rumeno di 38 che, a bordo di auto, accompagnando altri giovani transessuali peruviani soggetti al loro controllo, cercavano di imporre quest’ultimi nel territorio già ‘occupato’ da altri. 

E di più, perché il 35enne peruviano non si è fermato a quelle strade, ma anzi ha cercato di affermare il proprio predominio in città ed in alcune zone limitrofe (in particolare San Lazzaro di Savena e Castel Maggiore). Sempre lui, secondo quanto emerso dalle indagini, si occupava del reclutamento dei giovani transessuali in Perù, organizzandone l’arrivo in Italia e gestendone in seguito la prostituzione, fornendo loro soluzioni alloggiative e, talvolta, anche il servizio di trasporto per raggiungere il posto di lavoro a cura del compagno di nazionalità rumena, a fronte di un compenso in denaro.

L’attività organizzata dal trentacinquenne peruviano prevedeva in cambio del servizio loro offerto (arrivo In Italia, sistemazione logistica, concessione della zona di prostituzione, accompagnamento sui tratti di strada) la corresponsione di 10.000 euro da parte di ogni giovane sfruttato, nel gergo “figlia”, che era vincolata all’impegno di liberare il posto di lavoro occupato nel momento in cui veniva pagato il debito, così da renderlo disponibile ad altri transessuali in arrivo dal Perù.

’indagine, successivamente, mediante intercettazioni telefoniche, informatiche/telematiche e ambientale in autovettura, ha evidenziato e raccolto elementi probatori utili a poter riscontrare gli eventi denunciati in segnalazione dalle persone informate sui fatti. 

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