Protesta a Bologna: "Asilo Roselle, va demolito e ricostruito dov’è"

L’associazione ‘Dentro al nido’ fa le barricate contro il progetto del Comune di realizzare la nuova struttura nell’area ex Hera di via Populonia

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Bologna, 29 maggio 2022 - Acque ancora agitate attorno al nido comunale Roselle. Se prima, ad alzare le barricate erano i residenti di via Spina dove il nido sarebbe dovuto traslocare, ora è l’associazione ‘Dentro al nido’ contro la demolizione e ricostruzione dell’asilo nell’area ex Hera di via Populonia, l’alternativa proposta dalla Giunta dopo la bocciatura dei residenti.

Una brutta grana per la giunta Lepore, che già aveva compiuto una brusca sterzata dopo che la prima destinazione, nel parco Emilio Bassi in via Spina, aveva incassato una gragnuola di no perché il nuovo edificio avrebbe mangiato una parte del verde e la strada era inadeguata a un maggior traffico.

Da notare che la destinazione di via Spina era contenuta in una delibera di Giunta per accedere ai fondi del Pnrr proprio con questa finalità. Nella stessa delibera è indicata anche la demolizione del nido Cavazzoni, da ricostruire sempre in via Bezzecca, ma accanto alla materna comunale Walt Disney. E tra i palazzoni sta girando una petizione che boccia questa scelta.

Tornando al nido Roselle, l’associazione promette un’opposizione "strenua alla sua delocalizzazione" in via Populonia. "Il Roselle è ubicato in una posizione meravigliosa nel cuore del Fossolo. È un esempio di edilizia scolastica anni ‘70 che, attraverso una stretta collaborazione tra architetti e pedagogisti, portò alla costruzione di edifici che garantissero un’ampia flessibilità di spazi e una loro multifunzionalità", scrive l’associazione.

Il Roselle è "simbolo di quel periodo di grande slancio della scuola a Bologna, riconosciuto dal Comune come bene storico documentale. Un nido la cui posizione ha un elevato valore perché lo colloca al centro della comunità". Ora deve essere abbattuto e ricostruito "in una posizione marginale, più spoglia e problematica in termini di accessibilità" e al suo posto "verrà edificata una non meglio definita struttura in project financing".

Ed ecco il no grazie uscito dall’incontro, nel salone della Santissima Annunziata del Fossolo, con architetti, pedagogisti, educatori e genitori per discutere come salvarlo. "È complicato comprendere la ratio e l’interesse pubblico di un’operazione del genere, se non guardando allo stesso tentativo che si cercò di mettere in atto 11 anni fa in relazione a otto strutture, per contrastare il quale nacque un ampio movimento popolare a tutela del patrimonio di servizi e scuole dell’infanzia comunale". Sul caso interviene il sindaco Matteo Lepore: "Intanto stiamo aspettando i finanziamenti del Pnrr, abbiamo già individuato una soluzione coi cittadini e non è all’ordine del giorno una realizzazione immediata". Salvo poi contraddirsi con un "abbiamo tutto il tempo per discutere e sarà quello che faremo coi cittadini". E aggiunge: "Credo che Bologna sia pronta per migliorarsi e prendersi cura di se stessa e che il dibattito su come migliorare lo spazio pubblico faccia solo bene. Dobbiamo promuovere una memoria storica della città, ma rispetto al 1999, quando arrivò Guazzaloca e le ‘gocce’ fecero molto scalpore, credo che Bol ogna sia pronta a un dibattito sull’architettura e gli spazi pubblici. Con diversi punti di vista, ma per realizzare le cose".

Infine, il capogruppo di Fdi, Francesco Sassone: "Le contraddittorie dichiarazioni del sindaco sul nido Roselle dimostrano la confusione che imperversa in Giunta. Anche sul nido Cavazzoni ci stiamo attivando perché parta un percorso di partecipazione con i cittadini della zona che ad oggi, come per il Roselle, non sono stati coinvolti su un progetto che prevede la diversa collocazione del Cavazzoni, anche in questo caso all’interno di un parco molto fruito".

Sassone sottolinea come "nessuno sia contro il potenziamento del sistema nidi, ma l’amministrazione non può riempirsi la bocca di ‘partecipazione’ e ‘coprogettazione’ cui poi non dà alcun seguito. Questa Giunta deve finirla di prendere decisioni sulla testa dei cittadini".

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