Puzza intollerabile a Ozzano: azienda agricola appesta il vicinato

Titolare di un allevamento di polli e larve da pesca verso il processo per "getto pericoloso di cose"

Nell’immagine di archivio, l’interno di un allevamento di polli

Nell’immagine di archivio, l’interno di un allevamento di polli

Ozzano (Bologna), 17 dicembre 2022 -  Per anni, ondate di fetore hanno invaso l’area circostante la loro attività. Fino ad arrivare nel centro del paese, se il vento soffiava in quella direzione.

AGGIORNAMENTO / Caso archiviato: solo l’odore dalle larve

Il Comune di Ozzano, informato, aveva incaricato Arpae di effettuare i rilievi del caso, ma tutto si era risolto in un nulla di fatto. Fino a oggi: quando il pm Luca Venturi ha inviato l’avviso di fine indagine (atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio) alla settantunenne titolare di un’azienda agricola ozzanese che alleva polli e, soprattutto, produce vermi e bigattini destinati a diventare esche per la pesca. L’accusa di cui dovranno rispondere è quella di getto pericoloso di cose, dato che la Cassazione ha di recente stabilito come questo reato si configuri anche in caso di condotta "idonea a offendere, imbrattare o molestare le persone", fondata anche solo sulle "dichiarazioni testimoniali". In particolare, nel mirino degli inquirenti c’è la struttura dell’azienda agricola in cui vengono custodite le carcasse in putrefazione dei polli, in cui le mosche vanno a depositare uova e larve. Stanze "da film horror", è la descrizione.

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A sporgere denuncia, due vicini di casa, peraltro parzialmente invalidi, esasperati dai miasmi che, soprattutto la sera e nel periodo primavera-estate, non potevano neppure aprire le finestre perché appestati dal fetore insopportabile o invasi da nugoli di mosche ’carnarie’, una specie particolarmente aggressiva che depone larve vive anziché uova, talvolta anche attaccandosi ad animali vivi.

La coppia , assistita dall’avvocato Gabriele Bordoni, abita a tre chilometri di distanza dall’allevamento, ma ciò non impedisce loro di essere perseguitati dalla puzza. Sollecitata dal Comune prima, e poi nell’ambito di questa indagine dalla Procura, è come detto intervenuta l’Arpae, i cui tecnici tramite una rilevazione olfattiva meccanica, hanno rilevato come i parametri di legge fossero ampiamente sforati dai gas emessi dall’azienda, oltre la soglia della "oggettiva tollerabilità". Inoltre, sono state consigliate ai titolari dell’azienda alcune misure per isolare meglio gli ambienti, tra cui l’installazione di particolari tipi di porte.

Commenta l’avvocato dei querelanti, Bordoni: "Anche se sul piano penale si tratta di una violazione lieve, le ricadute di fatto sugli abitanti della zona sono certamente serie. Ritengo che l’intervento del pm varrà a risolvere questo annoso problema".

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