Quei marchi che hanno fatto la storia

Sernagiotto presenta oggi all’Ulisse ’Senza scadenza’, un viaggio nel made in Italy. "Dalla era ghiotto di liquirizia Amarelli"

Ci sono marchi che accompagnano le generazioni, prodotti la cui confezione, immutata nel tempo, ha scandito le grandi trasformazioni sociali italiane. Dalle Pastiglie Leone al Burro Soresina. Tutto cambia, loro sono ancora lì. Uguali, a ricordarci che ingegno creativo e scelte imprenditoriali possono davvero fare la storia. Una avventura avvincente raccontata da Camilla Sernagiotto nel libro, Senza scadenza. L’intramontabile packaging Made in Italy (Ultra), che l’autrice presenta oggi (ore 12.30) alla Libreria Ulisse. Alle 19.30 la scrittrice riceverà il Premio Res Aulica all’Amati Design Hotel di Zola Predosa.

Sernagiotto, il suo libro è un viaggio nella bellezza della ‘confezione’ del prodotto italiano.

"Si, Senza scadenza è il risultato di una ricerca sulle aziende italiane che utilizzano da sempre la stessa immagine, lo stesso design per posizionare i loro prodotti sul mercato. Alcune, le più longeve, penso al talco Roberts, hanno una storia secolare. Per realizzarlo mi sono immersa negli archivi straordinari di queste realtà imprenditoriali che hanno affrontato, e superato, ogni avversità penso alle due guerre, senza mai fermarsi, rialzandosi sempre. Dimostrando la genialità dei nostri imprenditori".

Vicende che si intrecciano, in maniera involontaria con grandi personalità di Bologna.

"Su tutte Lucio Dalla, che è al centro di un affettuoso ricordo da parte di Pina Amarelli, l’erede della dinastia calabrese produttrice della famosa liquirizia da sempre contenuta nelle piccole scatole di metallo. Il cantautore ne era ghiottissimo, e usava solo quelle nella confezione rossa, la più famosa. Pina ha raccontato che, da cliente, era diventato amico di famiglia e usava l’espressione ‘Sono amarellato’ per spiegare che aveva addosso le scatolette, facendole tintinnare nelle tasche"

E’ vero che contagiò con questa passione anche le persone che più gli erano vicino?

"Una volta ha chiamato la titolare dell’azienda da New York, era insieme a Isabella Rossellini, che lui aveva convertito al ‘culto’ delle liquirizie e che l’attrice non trovava più dal loro rivenditore nella città americana. Litigarono perché Dalla non voleva assolutamente cederle le sue e la signora Amarelli fu costretta a organizzare una spedizione delle ‘scatole rosse’ oltre oceano".

L’avventura del packaging è molto legata al mondo imprenditoriale bolognese.

"Moltissimo, l’Emilia-Romagna è terra di imprese famigliari che tramandano ricette e immagini. Nel libro ci sono capitoli dedicati ai cioccolatini Majani e ai tortellini Soverini, le cui confezioni non sono mai cambiate, come i contenitori di ceramica bianchi e blu delle Amarene Fabbri, altro marchio al quale ho dedicato una parte del volume".

Quel vaso che è stato al centro di un contenzioso legale.

"Pensate che l’azienda ha vinto una controversia in Cina, dove la ceramica è diffusissima e dove venivano costruiti dei barattoli con i loro stessi colori che ricordavano moltissimo quelli delle amarene bolognesi. Ma Fabbri è riuscita a ottenere che le confezioni dei concorrenti venissero ritirate dal mercato".

Pierfrancesco Pacoda

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