Riaffiorano i resti di un soldato tedesco

Il metal detector ha rilevato i bottoni della divisa. Manca la piastrina con il nome. Le spoglie sono state traslate al cimitero della Futa

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L’alta vallata del Santerno restituisce, ancora una volta, i resti di un soldato tedesco caduto durante la Seconda guerra mondiale. La scoperta è stata fatta nella zona di via Guasteto a Castel del Rio da due giovani del posto. Mattia Palombo, socio del Museo della Guerra alidosiano, e l’amico Andrea Bonati stavano setacciando l’area con il loro metal detector quando il dispositivo ha cominciato a suonare per la presenza di tracce metalliche nel sottosuolo. Qualche colpo di badile per scavare nel terreno poi, a circa 40 centimetri di profondità, è affiorata per prima una vertebra umana. Di lì a poco il rinvenimento dell’intero scheletro, peraltro ben conservato.

"Si tratta con ogni probabilità di un anziano soldato tedesco – spiega Valerio Calderoni, vicepresidente del polo museale di Castel del Rio –. Lo si intuisce dal ritrovamento dei resti del ponte di denti in resina dell’arcata superiore. Nessuna traccia, però, della piastrina di riconoscimento". Ma non è tutto. "Il soldato è morto senza dubbio tra il 28 settembre e il 1°ottobre del 1944 – continua –. Giornate concitate per le truppe tedesche a difesa della cima di Monte Cappello poi conquistata dal 351°Regimento americano, i celebri ‘Blue Devils’. Il metal detector dei ragazzi ha captato i bottoni metallici dell’uniforme". Tempestivo il completamento delle prassi necessarie. Celere l’arrivo sul posto dei carabinieri del paese poi, una volta informate le autorità giudiziarie e ottenuto il via libera, le ossa sono state rimosse e trasportate nel cimitero militare germanico della Futa.

Non è la prima volta che dai boschi della vallata, lungo quella che un tempo fu la Linea Gotica, riemergono spoglie di combattenti caduti. Nel 2021, infatti, furono addirittura un paio le segnalazioni in area alidosiana. La prima, a marzo, durante le lavorazioni di un cantiere per la posa della fibra ottica. Poi, in autunno, in una proprietà di un cittadino con lo stesso metal detector del giovane Palombo protagonista dell’input decisivo.

Mattia Grandi

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