SIMONE SALE
Cronaca

Rifiuti Bologna, il Comune pensa a telecamere anti-furbetti in centro

Residenti infuriati per il porta a porta: "Sommersi dai sacchetti". La giunta corre ai ripari

Rifiuti Bologna, sacchi della spazzatura in strada (FotoSchicchi)

Rifiuti Bologna, sacchi della spazzatura in strada (FotoSchicchi)

Bologna, 27 ottobre 2018 - Bologna sommersa dai rifiuti. E i cittadini non ne possono più: durante una seduta del Consiglio del quartiere Santo Stefano, tenutosi in forma aperta per ascoltare le richieste dei residenti, hanno manifestato tutti i loro disagi per le condizioni delle strade e le carenze del nuovo sistema di raccolta. «Il metodo porta a porta non funziona come dovrebbe – spiega un cittadino –. Il calendario ci impone di tenere i sacchi della spazzatura in casa per una settimana. Il centro, dopo il week end, è in una condizione indecorosa».

Le strade, nel frattempo, sono sempre più sporche. L’assessore Alberto Aitini, dal canto suo, risponde preannunciando le novità del nuovo piano che verrà proposto entro gennaio, con un importante impegno: sanzioni più severe per chi trasgredisce alla raccolta differenziata.

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«Il sistema porta a porta è stato studiato tempo fa per rimuovere cassonetti e lasciare spazio a centinaia di parcheggi – ha appunto risposto Aitini ai cittadini durante il Consiglio al Baraccano –. Conosciamo le criticità nell’applicazione a una città come Bologna. L’interesse di tutti è raggiungere il prima possibile l’obiettivo nazionale del 70% di rifiuti smaltiti con la raccolta differenziata: attualmente siamo al 52% e rischiamo di incorrere in pesanti sanzioni».

L’idea è quella di «prestare maggiore attenzione ai trasgressori delle regole con multe più salate e un maggiore controllo, magari con l’aiuto della tecnologia: stiamo pensando a un sistema di videocamere per individuare chi abbandona i sacchetti per strada o nei contenitori sbagliati». Anche in centro storico.

Una delle criticità principali, come lamentano i cittadini, rimane la mancanza di informazione riguardo i sistemi di raccolta, soprattutto tra gli universitari fuori sede, spesso provenienti da città in cui non vige lo stesso tipo di sistema di raccolta. I residenti manifestano disappunto anche per la tassa sui rifiuti più cara, pur a fronte di un servizio giudicato carente.

«Attualmente l’appalto del gestore costa al Comune più delle entrate della Tari – continua l’assessore Aitini –, ma non abbiamo intenzione di aumentare ulteriormente le imposte. Il contratto di Hera è stato prorogato, ma nei prossimi mesi si svolgerà una nuova gara d’appalto, idea che ho sempre sostenuto. Vogliamo modificare il sistema in modo da far pagare a ciascuno ciò che produce, così da premiare i più diligenti nella raccolta differenziata».

Nonostante la dichiarata disponibilità dell’assessore nei confronti delle richieste dei cittadini, c’è chi, tra i presenti alla seduta del Consiglio, propone soluzioni alternative: «Hera è una società quotata in borsa e ogni anno viene organizzata un’assemblea aperta a tutti gli azionisti. Il costo di un’azione è di 2,5 euro: acquistando un titolo potremmo portare le nostre richieste direttamente al gestore del servizio».

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