Roberto Benigni e i bimbi di ‘Chiedo asilo’ di nuovo insieme 40 anni dopo

Bologna, in occasione del quarantennale del celebre film di Ferreri, si cercano i piccoli di allora per un incontro

Roberto Benigni in 'Chiedo asilo'

Roberto Benigni in 'Chiedo asilo'

Bologna, 16 gennaio 2019 - Cercansi quei bambini, ora divenuti adulti, che nel 1979 frequentavano la scuola materna P.E.E.P Bentini di Corticella e che diventarono protagonisti del film «Chiedo Asilo» diretto da Marco Ferreri, con un giovanissimo Roberto Benigni nel ruolo del maestro. Da qualche giorno, nel quartiere Navile gira un comunicato del Comune, col quale si ricercano tutti i piccoli protagonisti di allora, per farli intervenire alla proiezione del film premiato allora con l’Orso d’Argento a Berlino, che avverrà al centro civico «William Michelini» a primavera, in vista delle celebrazioni dei 40 anni del film, cui dovrebbe prendere parte anche lo stesso Benigni, come racconta il presidente del Navile, Daniele Ara. Per contattare il comitato organizzatore si può scrivere all’indirizzo di posta elettronica segreteria.presidente.navile@comune.bologna.it o telefonare allo 0514151348. I bambini che nel ’79 avevano tra i 3 e i 5 anni, sono ora poco più che quarantenni, e tra questi c’è anche Roberto, figlio dell’allora presidente del quartiere - e professoressa di storia e filosofia al Copernico - Miriam Ridolfi, che proprio nel 1979 compiva tre anni e passava dal nido alla materna. E’ lei a ricordare alla perfezione l’arrivo di Ferreri e della troupe, anche perché fu delegata dal sindaco Renato Zangheri, a portare avanti le trattative col regista, che dovette stare alle regole imposte dalla comunità.

«La troupe arrivò - racconta - e Zangheri la mandò direttamente da noi per accordarci e portare avanti la trattativa». E prosegue: «A Ferreri proponemmo di insediarsi nella scuola materna, senza però cambiare nulla, il che significava che Benigni doveva fare il maestro con le nostre maestre, che non ci doveva essere nulla di artefatto e che avremmo trascorso quel mese di vita insieme». La storia è talmente vera, è un altro ricordo di Miriam Ridolfi, che in una scena in cui i bimbi devono andare a trovare le mamme operaie in una vicina fabbrica, il figlio Roberto salta su esclamando: «Dov’è la mia mamma? Lei non lavora qui!». E nel film si vede. Marco Ferreri volle girare alla materna di Villa Torchi, perché gli asili nido, nati tra il quartiere Lame e Corticella, e poi le materne, a Bologna erano all’avanguardia. «Vennero qui per questo motivo- conclude Ridolfi - ma forse anche col sospetto che molte cose, il tempo pieno o la libertà per cui eravamo famosi, fossero costruite a tavolino e si dovettero ricredere».

POI c’è il ricordo molto vivido di Silvia Guastadini, classe 1967, oggi educatrice e atelierista in una scuola del Navile, che allora era una dodicenne alle medie e che tratteggia un Benigni totalmente calato nella vita del quartiere. «Girava per davvero con le sportine della Coop - dice -, andava a cena dai corticellesi e ricordo benissimo che si fece fare due cappellini all’uncinetto dalla mia vicina». E ancora: «Il momento più bello per noi ragazzi, fu quando irrorarono la collinetta vicina alla scuola con la schiuma da barba per simulare la neve e noi cinni, finite le riprese, andammo lì a paciugare!».

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