Bologna, 22 novembre 2022 - Roberto Maroni, scomparso oggi a 67 anni, era legato a Bologna per l’amicizia con Marco Biagi – il giuslavorista ucciso dalle nuove Brigate rosse il 19 marzo 2002 – che con lui aveva collaborato quando era ministro del Welfare. E fu lui a segnalare all'allora ministro dell'Interno Claudio Scajola il ripristino della protezione per il professore suo amico che proprio a lui si era rivolto terrorizzato dalle minacce anonime ricevute dalle nuove Br che tre anni prima avevano già colpito a morte il collega Massimo D'Antona. Proprio a Roberto Maroni, infatti, Biagi aveva scritto parole che apparvero poi come una tragica premonizione: "Se dovesse malauguratamente occorrermi qualcosa, desidero si sappia che avevo inutilmente informato le autorità di queste ripetute telefonate minatorie, senza che venissero presi provvedimenti".
"Incomprensibile - definì l'ex ministro leghista durante la polemica e la relativa inchiesta sulla scorta negata a Marco Biagi - decisione di revocare la protezione a Marco Biagi il giuslavorista ucciso nell'un agguato sotto casa, nel centro di Bologna. “Mi risulta incomprensibile – commentò Maroni anni dopo, nel 2014, sentito dalla Procura di Bologna come persona informata sui fatti – viste le segnalazioni che c’erano state. A qualunque attento lettore di quelle informative, sarebbe venuto in mente il nome di Marco Biagi".

E proprio nella veste di titolare del Viminale, Roberto Maroni fu ospite al Carlino, in occasione del Premio Biagi, istituito dal nostro giornale per ricordare il giuslavorista bolognese. La prima volta nel 2009, non volle mancare, per "onorare la memoria di un uomo che ha dato tanto e ha onorato l’Italia e di cui mi considero amico". Maroni tornò al Premio Biagi – cui diede il patrocinio – anche l’anno dopo, e ancora nel 2011, premiando in prima persona alcuni dei vincitori. E, nel ricordo dell’amico, non volle mancare anche alla cerimonia in piazzetta Marco Biagi.