Sala gremita per Judith Butler

Il pubblico affollato al PopUp Medica 4k ascolta Judith Butler parlare di gender e diritti negati, affrontando anche il conflitto Israele-Palestina.

Sala gremita per Judith Butler

Sala gremita per Judith Butler

Una sala pienissima ieri pomeriggio, al PopUp Medica 4k, per accogliere teorica del "gender" Judith Butler. Un pubblico istituzionale e dell’associazionismo, ma soprattutto tanti giovani in cerca di un "posto tutto per sé" in questo mondo, per ascoltare la filosofa femminista americana di origine ebraiche, che ha fatto breccia nei cuori, scrivendo e parlando in nome di una teoria queer e anti identitaria in cui vengono inglobate tante cose, soprattutto i diritti negati, calpestati, e in cui trova posto, in molti passaggi degli intensi 90 minuti di parole, il conflitto tra Israele e Palestina.

"In passato– esordisce – la violenza di Stato contro persone prive di diritti o impegnate ad acquisirne di riconoscibili e duraturi veniva perpetrata nel nome di altri valori. Non si trattava di violenza – ci dicono – ma di forza legittimamente impiegata dallo Stato per difendere la nazione, o l’idea di nazione". "Hanno sicuramente importanza – uno dei passaggi – le atrocità commesse da Hamas il 7 ottobre, e il fatto che siano state terribili. Ma questa circostanza non dovrebbe impedirci di ammettere l’uccisione di massa di innocenti palestinesi che prosegue da quel giorno".

b. c.

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