
Chiara al centro con la mamma, i medici e il responsabile di Active Beach Volley
Bologna, 17 giugno 2021 - Defibrillata sul campo di gioco come il calciatore Christian Eriksen. L’arresto cardiaco di Chiara, 24 anni tra pochi giorni, non è stato trasmesso in diretta televisiva, ma le fasi dei soccorsi sulla sabbia del beach volley, durante una partita amatoriale, sono state ugualmente drammatiche. È stata salvata solo grazie alla prontezza di chi le era accanto e alle scariche elettriche che hanno permesso al suo cuore di tornare a battere.
Il selfie di Eriksen dall'ospedale: "Sto bene, grazie a tutti"
"Come mi sento? Finalmente molto bene, anche se non ricordo niente di quello che mi è successo", ammette la ragazza, ricoverata al Maggiore dalla sera del 9 giugno. "Fino a ieri ero a letto e adesso mi sto muovendo sulla sedia a rotelle e presto sarò dimessa. Per il momento sono serena – sottolinea – e presto spero di poter riprendere a fare attività sportiva. Alleno anche le bambine del mini volley e mi danno molte soddisfazioni. So che i miei amici presenti in campo sono rimasti sconvolti, loro hanno dato l’allarme e insieme agli operatori di Active Beach Volley mi hanno salvato la vita. Ora sto rileggendo tutti i messaggi ricevuti, ad alcuni ho risposto, però senza nemmeno rendermene conto. La svolta è arrivata dopo l’intervento e l’impianto del defibrillatore e adesso sto recuperando. Il caso Eriksen? Me ne hanno parlato alcuni infermieri, non sono sorpresa, può capitare come è successo a me. Del resto, con il mio problema genetico sapevo di correre qualche rischio, ma pensavo che si potesse gestire. Certo, sono rimasta male sentendo quello che è successo. Quando vado a giocare a pallavolo, infatti, mi muovo con persone al corrente della mia situazione e in strutture attrezzate".
Chiara vive a Zola Predosa e frequenta all’università il corso di consulenza del lavoro. Si è sentita male la sera del 9 giugno: alle 22,04 la centrale operativa 118 Emilia Est registra una chiamata per una ragazza non cosciente con grave difficoltà respiratoria. La richiesta di soccorso giunge dal Circolo Tennis Italia di via Vighi, in zona Barca. L’operatore invia a uno dei gestori del centro un sms con il link per avviare la videochiamata con il sistema FlagMii.
"Il mio socio, Marco Gnani, è corso a prendere il defibrillatore – ricorda Michele Bennato di Active Beach Volley Team, struttura all’interno del circolo tennis – mentre io ho strappato la maglia della ragazza e lui ha appoggiato sull’addome le piastre del defibrillatore. Intanto, l’operatore dalla centrale vedeva quello che accadeva con la telecamera e ci diceva come fare il massaggio cardiaco anche dopo le due scariche, quando Chiara ha ha fatto un respiro, ma senza riprendere conoscenza. Poi sono arrivati i sanitari del 118". La ragazza viene sedata, intubata, trasportata al Maggiore e ricoverata in Rianimazione. Due giorni dopo il trasferimento in Cardiologia, dove è già conosciuta.
«Da anni seguo la sua famiglia – precisa Gaetano Barbato, 63 anni, responsabile dell’unità operativa di Aritmologia – perché Chiara soffre di displasia aritmogena del ventricolo destro e lei è già la terza generazione ad avere questa malattia ereditaria. Di che cosa si tratta? Alcune cellule muscolari del cuore vengono sostituite da tessuto adiposo. Le possibili conseguenze possono portare ad aritmie maligne, come la tachicardia, la fibrillazione ventricolare o l’arresto cardiaco come è accaduto a Chiara e quindi alla morte improvvisa, oppure all’insufficienza cardiaca. Alla ragazza abbiamo impiantato un defibrillatore, come è accaduto ad altri componenti della sua famiglia. In presenza di un’aritmia, l’impianto eroga uno shock e riporta il battito alla normalità".
Per lo specialista , "Chiara dovrà evitare per prudenza gli sforzi eccessivi e fare un’attività fisica moderata". Mamma Laura, dopo la grande paura, guarda avanti: "Ringrazio chi ha partecipato al momento di preghiera nella chiesa di Ponte Ronca. Presto, l’azienda produttrice del defibrillatore ne offrirà uno a Chiara e lei lo donerà al centro di beach volley. E tre ne acquisteremo noi, uno per la parrocchia e gli altri per i nostri luoghi di lavoro".