Sanitari, non si fermano le violenze Lisei: "Adesso pene più severe"

Il senatore di Fratelli d’Italia annuncia l’aggravante che sarà prevista per chi aggredisce il personale. Intanto i carabinieri indagano per individuare l’autore del pestaggio fuori dal Sant’Orsola.

Giovedì all’alba l’aggressione in via Albertoni di un medico della Pediatria del Sant’Orsola. E ieri l’infermiere preso a pugni da un giovane paziente psichiatrico al Maggiore. Mentre i carabinieri stanno indagando, attraverso la ricostruzione dei fatti fornita dal dottore sessantacinquenne, per individuare l’autore del violento pestaggio che è fuggito, anche la politica si mobilita. In particolare, il senatore di Fratelli d’Italia Marco Lisei, ha parlato di "aggressioni non più tollerabili", che hanno spinto il Governo Meloni, "al fine di tutelare il personale che opera nei ospedali, ad agire affinché chi usa violenza su medici, infermieri e oss, sia punito con la reclusione fino a 7 anni – spiega Lisei –. L’articolo, inserito nella bozza del decreto legge energia, stabilisce delle ’disposizioni in materia di contrasto agli episodi di violenza nei confronti del personale sanitario’ e prevede pene che vanno da un minimo di tre anni di carcere a un massimo di sette. Fratelli d’Italia è sempre stata molto attenta e sensibile a questo tema, schierandosi a difesa di coloro che lavorano per tutelare la salute dei cittadini e che troppo spesso sono esposti a episodi di inaudita violenza. È evidente – conclude il senatore – che occorra rafforzare la sicurezza e che le azioni messe in atto dall’Ausl, alla luce dell’accaduto, non si siano rivelate adeguate e sufficienti".

Sulle aggressioni al personale sanitario sono intervenuti i sindacati, sia degli infermieri, che della polizia. "Come Fp Cgil – dice Gaetano Alessi, responsabile Comparto Sanità – esprimiamo solidarietà all’infermiere del Maggiore. Ma la solidarietà da sola non basta, chiediamo all’azienda di tornare sul tavolo di contrattazione ed aggiornare e sottoscrivere l’accordo per la sicurezza degli operatori sanitari pronto già nel 2020, rimasto in sospeso a causa della pandemia. Siamo pronti al confronto". "Per la Cisl Fp – dice il segretario Michele Vaira – è inammissibile che gli operatori che fino a poco tempo fa erano chiamati ‘eroi’ subiscano violenza fisica da parte di cittadini che si rivolgono ai pronti soccorso. Come Cisl Fp abbiamo sempre chiesto che le aziende inetervengano denunciando direttamente chi commette questi reati e chiediamo che si costituiscano parte civile nei processi a tutela dei professionisti sanitari e socio sanitari". "Non possiamo che manifestare solidarietà al medico e all’infermiere aggrediti – dice Amedeo Landino, del sindacato di polizia Siulp –. Serve una linea di intervento normativa convinta e chiara sulla violenza nei confronti del personale sanitario e, in generale, di tutte le professioni d’aiuto. Un primo passo è la specifica aggravante sulle aggressione ai sanitari, tuttavia finché non si lavorerà su una pena certa e immediata la strada sarà ancora lunga".

n. t.

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