
Il bus degli ultras del Bologna e l’autista Sandro Conti (FotoSchicchi)
Bologna, 12 aprile 2015 - «Prima ci hanno seguiti per un bel pezzo. Poi ci hanno praticamente spinti sulla prima corsia dell’autostrada dove, vicino a un autogrill, siamo stati bersagliati da una sassaiola" (FOTO). Sandro Conti, autista del bus che riportava a casa un gruppo di tifosi rossoblù dopo il pareggio a Brescia, è ancora arrabbiato e sconvolto. «Poteva scapparci il morto», continua a ripetere, mentre ripercorre l’agguato subìto ieri, intorno alle 19, da parte degli ultras dell’Inter.
«Saranno stati duecento almeno», dice. E racconta: «Noi seguivamo il bus più grande dei Forever e l’auto di scorta della polizia. Da Sirmione abbiamo avuto dietro quattro bus che, con manovre strane, tentavano di farmi rallentare. Arrivati all’autogrill prima dello svincolo per Verona, mi hanno fatto segno di entrare. Ho visto una marea di tifosi dell’Inter che bloccavano l’accesso all’area di servizio. Io ovviamente ho tirato dritto. Ma non è bastato: è partita la sassaiola, mi hanno sfondato due finestrini, per poco non hanno centrato un ragazzo. Devono aver anche tirato una biglia di ferro con una fionda, perché c’è un affossamento sulla carrozzeria. Non hanno aggredito il primo bus solo perché dietro c’era la polizia. Che, malgrado l’anomalo assembramento, non si è fermata all’autogrill. È vero che non avrebbero potuto far niente in tre poliziotti contro duecento ultras, ma forse gli interisti ci avrebbero pensato due volte prima di attaccarci con la polizia a pochi metri».