Scuola, ricorso contro la chiusura

Nel giorno della protesta degli studenti un gruppo di genitori chiede la sospensione dell’atto del governatore

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di Federica Gieri Samoggia

I genitori impugnano l’ordinanza del presidente della Regione, Stefano Bonaccini, che ha posticipato la riapertura delle superiori dall’11 al 25 gennaio, lasciando gli studenti in didattica a distanza al 100%. Si tratta delle dodici pagine dell’ordinanza numero 3 dello scorso 8 gennaio. Il ricorso è stato depositato, ieri sera, al Tar, è verrà notificato questa mattina. A firmarlo una ventina di genitori delle superiori metropolitane. Ad assisterli tre avvocati bolognesi guidati da Milli Virgilio, legale nonché ex assessore alla Scuola della Giunta Cofferati. Il collegio, aiutato nella preparazione e nella redazione da un gruppo di giuristi, ha partecipato, insieme ai colleghi umbri, al ricorso contro la Regione Umbria che aveva chiuso le medie.

Alla base del ricorso che impugna con urgenza l’atto chiedendone la sospensiva cautelare vista la durata di due settimane, profili di illegittimità in relazione al decreto legge del 5 gennaio che, all’articolo 4, che sanciva come dall’11 al 16 gennaio "le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica, garantendo almeno al 50% della popolazione studentesca l’attività didattica in presenza" Già lo spostamento del 7 all’11 gennaio aveva creato un certo subbuglio nelle scuole, ma il tutto gestibile. L’ulteriore posticipo al 25 gennaio, deciso dalla Regione, ha choccato tutti, dando vita alle proteste. Nello specifico, i legali sollevano l’ipotesi di violazione di alcune norme costituzionali quali la tutela del diritto all’istruzione e alla salute ovviamente dei ragazzi. Inoltre, la stessa ordinanza pare poco motivata.

Tutto ciò arriva nel giorno della protesta. ‘Siamo stanchi Ridateci i banchi’ urla la succursale del liceo Laura Bassi in via Broccaindosso che fa il paio con ‘Dad is death’. Ancora un flash mob di Priorità alla Scuola per "scaldarci in vista del presidio sotto la Regione" venerdì 15 alle 17.30. Sempre per riportare in classe le superiori. Il lenzuolo del liceo Galvani si chiede: ‘Prima il 7 poi l’11 e il 25 e poi?’ ‘Basta dad’ è il grido-ritornello levatosi dai licei Arcangeli, Laura Bassi, da Vinci, Fermi, Galvani, Minghetti, Righi, Sabin, dagli Iis Aldini Valeriani, Belluzzi Fioravanti e Majorana e dall’itc Mattei. "Si allarga la mobilitazione per la riapertura in presenza delle superiori, posticipata dalla Regione al 25 gennaio, dopo il rinvio all’11 gennaio".

E’ soddisfatto il comitato: la protesta si ingrossa. E incassa l’appoggio, per le "giuste mobilitazioni di questi giorni", della Cgil Emilia-Romagna e della Rete degli studenti medi Dad: didattica a distanza o, come lo traduce il Copernico, ‘Disagio a distanza’. Per il Galvani ‘Saldi d’inverno: generazione in svendita’. E le Aldini sollecitano ‘Spegnete gli schermi riaccendete i ragazzi’ e guardando al futuro si chiede ‘Studenti oggi … Lavortori domani. Ma come?’. Davanti al Minghetti, in via Nazario Sauro, si è radunata una tale folla che, chiesto il permesso alla Digos ("Siamo noi a dover dare l’esempio di responsabilità che sta mancando alla nostra classe politica", stigmatizza Cesare), ci si trasferisce sul Crescentone. Croci per terra per la distanza e megafono in mano. "Siamo stanchi di stare dietro ad uno schermo per sei ore e la sera avere mal di testa – denuncia il collettivo –. Ci mancano il compagno di banco, lo sguardo del prof che vale più di mille parole, socializzare perché la scuola è imparare a stare insieme, è società". Stefano delle Aldini vuole "più attenzione alla scuola. C’è bisogno di avere una visione di lungo periodo. Noi non ci mettiamo certo a contestare l’andamento del contagio, ma ci consentano di rientrare in sicurezza".

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