Un’inchiesta interna all’Istituto penitenziario minorile del Pratello, per capire come sia potuto accadere che video, foto e persino commenti offensivi nei confronti di Chiara Gualzetti finissero pubblicati sui social da un giovanissimo detenuto, direttamente dall’interno del carcere.
Mentre continuano le indagini della Procura dei minori, guidata dalla procuratrice Silvia Marzocchi, il direttore del carcere minorile, Alfonso Paggiarino, ha avviato un’indagine interna sull’accaduto, le cui conclusioni ha spedito alla Procura dei minori e al Ministero, come prevede la prassi in casi come questi. Della questione si è interessato il dipartimento della Giustizia minorile del ministero, che ha chiesto ai vertici dell’Istituto penale una relazione sulle immagini scattate dal carcere. Nessuna richiesta da Roma è giunta alla Procura minorile.
I fatti: le foto dell’assassino di Chiara, in posa assieme all’amico (titolare della pagina social in questione) mentre fa il segno della vittoria con le dita e accanto a lui campeggia la scritta "Killer" accompagnata da un cuore rosso, sono state pubblicate in una story (visibile solo per 24 ore) su Instagram. Un’immagine scattata e postata con ogni probabilità dal tablet che la struttura mette a disposizione dei giovani detenuti per comunicare con le famiglie e per seguire corsi all’università (sono 5 i ragazzi iscritti a percorsi di studio universitari, per il momento) e lezioni a scuola. Inoltre, commenti offensivi nei confronti di Chiara sono stati pubblicati sotto ad alcune immagini; il padre della ragazzina uccisa, Vincenzo Gualzetti, ha perciò sporto denuncia. Gli apparecchi, che sono soggetti a restrizioni, saranno analizzati per capire come sia stato possibile forzarli e consentire ai ragazzini di navigare sui social. Qualora vengano accertate le singole responsabilità, i ragazzi potrebbero incorrere in sanzioni amministrative decise dal Consiglio di disciplina.
f. o.
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