Strage di Bologna, crolla l’alibi di Bellini. "Nel video è lui"

La ex moglie in aula: "L’ho riconosciuto subito, anche se non volevo crederci. Nell’83 mentii, ma ero convinta fosse innocente"

Strage di Bologna, Paolo Bellini

Strage di Bologna, Paolo Bellini

Bologna, 22 luglio 2021 - "È mio marito, è Paolo". Crolla, 40 anni dopo, l’alibi di Paolo Bellini, l’ex primula nera di Avanguardia nazionale ora a processo davanti alla Corte d’Assise presieduta da Francesco Caruso per essere il "quinto uomo" della strage del 2 agosto 1980. Prova chiave dell’accusa – sostenuta dall’avvocato generale Alberto Candi e dai colleghi della Procura generale Nicola Proto e Umberto Palma –, il video super 8 girato da un turista prima e subito dopo l’esplosione della bomba, che immortalerebbe Bellini in stazione. E ieri, la ex moglie del reggiano, Maurizia Bonini, non ha esitato: "Si vede la fossetta, lì, tra il labbro e il mento. Ha i capelli tirati indietro, di solito li teneva in avanti, ma la faccia è la sua".

La donna, oggi 67enne, va oltre: "Nel 1983 gli fornii l’alibi, dissi che alle 9 Paolo e io, con i nostri figli Silvia e Guido e la nipote Daniela, ci eravamo visti a Rimini per andare insieme in vacanza al Tonale. Non è vero: Paolo arrivò molto più tardi, forse a mezzogiorno. Ho detto una bugia, mi avevano detto che volevano incastrarlo e io ero certa della sua innocenza. E invece ha ingannato tutti, me per prima. Ho sbagliato, chiedo scusa a tutti. Avevo 25 anni, era mio marito e io non immaginavo che lui avesse una doppia vita... Se avessi avuto anche solo un dubbio, avrei parlato prima". L’idea dell’orario fasullo? "Me la suggerì mio suocero Aldo, credo: per stare sicuri, disse. Era un uomo che incuteva timore".  

La voce di Bonini a un tratto si spezza dietro al paravento che la Corte le ha straordinariamente concesso per nasconderla all’ex marito in aula (l’imputato però se n’è poi andato durante la testimonianza della donna). "Anche mia madre ha mentito, glielo dissi io. Quel giorno mi accompagnò a Rimini dall’hotel di Torre Pedrera in cui eravamo in villeggiatura con anche mio fratello, e vi tornò che avevano già tutti finito di pranzare", prosegue Maurizia, che nel 1982 testimoniò di non vedere il marito da anni e di avere avuto il figlio Guido, nel ’79, da un altro, Roberto Da Silva (alias dello stesso Bellini): "Volevo tutelare la sua identità, era già in carcere. Era mio marito".

Quando gli avvocati della difesa Manfredo Fiormonti e Antonio Capitella le fanno presente come nell’agosto 2019, vedendo il video super 8, non avesse riconosciuto l’ex coniuge con altrettanta prontezza, lei chiarisce: "L’avevo già riconosciuto, ma non avevo il coraggio di accettarlo. Mi sono aggrappata al dettaglio della catenina col crocifisso, che portava sempre e nel video non si vede. Ma era lui. Quando ho visto il fotogramma al tg, ho avuto un tuffo al cuore. Ma non sono qui per accusarlo a tutti i costi: è il padre dei miei figli, sarei contenta se si scoprisse che non c’entra con questa storia. Ma è lì, è lui". Nonostante "i connotati modificati in Brasile: accorciò il naso e si tolse un neo, la cicatrice si vede sulla guancia", come risponde a domanda dell’avvocato di parte civile Andrea Speranzoni.

Cono d’ombra nel racconto, "dove mise Daniela, allora bambina, mentre era in stazione? Mia cognata gliela affidò a Scandiano alle 6, ed era con lui quando arrivarono a Rimini. Lei però non ricorda cosa accadde nel frattempo", chiude Bonini. Daniela, oggi cinquantenne, ieri si è avvalsa della facoltà di non rispondere; la testimonianza di sua madre Marina invece ha in parte contraddetto quanto rivelò ai procuratori nelle indagini del 2019 (e in successive intercettazioni), quando disse di non ricordare come la figlia arrivò al Tonale, quel 2 agosto. "La affidai io a Bellini, nonostante sapessi che era un latitante e ne avessi paura. Andai a Scandiano, da Reggio, mentre andavo in ospedale da mio marito a Parma. Non ricordo perché proprio a Scandiano, che era fuori mano", la sua versione odierna.

Ieri in aula anche il tecnico della Scientifica che digitalizzò e ottimizzò il video super 8, poi il fratello di Maurizia, Michele, e la figlia Silvia. "Oggi sono qui perché voglio fare luce su una storia che ha colpito tutti – ha tenuto a sottolineare quest’ultima – Nonostante sia figlia di Paolo Bellini, vado a testa alta perché la mia vita è completamente diversa".  

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