Un museo diffuso nel nome di Giorgio Morandi. Ovvero, un percorso culturale che unisca il museo del Forno del Pane e lo studio di via Fondazza alla casa dell’artista di Grizzana e ai fienili del Campiaro, ma anche le strade e gli edifici bolognesi a località più segrete come Roffeno dove lui ha trascorso cinque estati. Un museo diffuso, fortemente legato ai paesaggi morandiani e generatore di eventi, progetti e iniziative di vario segno, che avrà una sorta di battesimo nella prossima edizione di Art City con il varo di un itinerario speciale che legherà i luoghi del cuore dove il pittore ha vissuto e lavorato.
Per Giorgio Morandi (di cui il prossimo anno si celebrano i 60 anni della morte e a cui in queste settimane è dedicata una ricchissima mostra a Palazzo Reale di Milano) si annuncia dunque un nuovo processo di valorizzazione. "Una svolta storica, un progetto di assoluta priorità", dice la delegata alla cultura del Comune Elena Di Gioia, annunciando ‘il tavolo metropolitano’ nato per rilanciare il mondo dell’artista di cui fanno parte, oltre a Palazzo d’Accursio, Città metropolitana, Comune di Grizzana Morandi, Musei civici e MAMbo. I lavori sono appena iniziati e il budget del progetto ancora indefinito, ma è chiara la volontà di fare di questo precursore della contemporaneità anche un brand per un turismo colto e non solo. ‘Raccontare il mondo di Giorgio Morandi’ è il claim all’interno del quale saranno raccolte tutte le iniziative permanenti. Nel frattempo a Grizzana (a cui, come ricorda il sindaco Franco Rubini, si è aggiunta la dicitura Morandi perché deciso da un referendum dei cittadini) stanno per prendere il via i lavori di ristrutturazione della casa estiva del pittore che sarà di nuovo visitabile a metà 2024.
Ma come si può narrare un simile artista? "Attraverso le opere ma anche attraverso le sensazioni", risponde il direttore del Museo Morandi Lorenzo Balbi. E allora l’itinerario bolognese non potrà prescindere da quel percorso che ogni sera Morandi faceva dall’Accademia di Belle Arti (dove ancora esiste il torchio da lui voluto) a via Fondazza soffermandosi magari ogni tanto ad ammirare il Cimabue della Chiesa dei Servi. Ma non potrà dimenticare nemmeno il suo monumento funebre alla Certosa ideato da Leone Pancaldi. E poi su a Grizzana (Cesare Brandi l’avrebbe paragonata alla Arles di Cézanne) dove le passeggiate nei campi garantivano settanta sfumature di verde. E ancora a Roffeno dove lui dipinse ben 32 paesaggi. Le opere, le case, gli studi, i paesaggi, la memoria... e anche altro.
Attorno alla figura di Morandi saranno costruite una serie di iniziative che andranno dal coinvolgimento di nuovi artisti (con alcune residenze) alla realizzazione di opere anche di street art. Sul futuro incombe, ovviamente, l’ incertezza legata alla sede del Museo attualmente ospitato all’Ex Forno del Pane ma destinato, per volontà del Comune, nell’attigua Palazzina Magnani. Non si è ancora risolta infatti la causa intentata al Comune dall’associazione ‘Amici di Giorgio Morandi’ contraria al trasferimento dei quadri da Palazzo d’Accursio avvenuto nel 2012. L’udienza d’appello fissata per la prossima primavera è stata posticipata.