Sumini: "Il cibo nello spazio"

La ricercatrice: "L’alimentazione in luoghi estremi? Ha ricadute sulla terra"

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’Cibo, spazio e sostenibilità". Si sonda anche questo tema negli eventi collaterali di Foto Industria, che ha come leit motiv Food. Ne parla oggi alle 18.30 al Mast Valentina Sumini (foto di Steve Boxall), R&D Specialist al Coesia, docente al Politecnico di Milano e Research Affiliate al Mit Media Lab. E chissà se il tortellino diventerà cosmico!

Sumini, cosa racconterà?

"Introdurrò la visione di una specie umana sempre più interplanetaria. Dopo un excursus storico sullo Space Food dalle missioni Apollo all’International Space Station, descriverò i progetti che mi vedono coinvolta sia nello sviluppo di sistemi di serra idroponica su Marte che su sistemi di preparazione di cibi iconici della tradizione culinaria italiana, come il progetto Space Meal Solution in partnership tra Coesia e Pastificio Rana. Ogni sfida che lo spazio ci pone risolve due problemi, uno nello spazio e l’altro sulla terra".

Il binomio cibo-spazio fa pensare a prodotti liofilizzati. E’ possibile la freschezza?

"Il binomio cibo-spazio non è mai stato tanto ricercato come in questi ultimi anni grazie al rinnovato interesse per una democratizzazione all’accesso allo spazio, non soltanto ad astronauti ma anche ai turisti, quindi soggetti senza un training specializzato. Inoltre, la timeline del programma Artemis della Nasa, che prevede un primo ritorno della presenza umana sulla Luna già nel 2024 e un outpost nel 2030, ha dato nuovo slancio allo studio di nuovi tipologie di cibi spaziali, più ’freschi’ e sostenibili, in quanto producibili direttamente sul corpo celeste di destinazione".

Qual è il pericolo per il pianeta rispetto all’alimentazione spaziale?

"Progettare sistemi di alimentazione nel luogo più estremo, lo spazio, ci consente di comprendere i limiti dell’uso delle risorse e della sostenibilità della produzione di cibo sulla Terra. Le ricadute terrestri di quello che impariamo in questo esercizio progettuale sono molteplici e alcune di queste anche positivamente imprevedibili. Sicuramente ci aiutano a risolvere la domanda sempre crescente di sostenibilità, scalabilità e resilienza".

Benedetta Cucci

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