Superbonus senza pace. Nuovo cavillo blocca-lavori

Zanni (Confabitare) scrive a Lepore: "Problemi con il nuovo Regolamento edilizio. Così da gennaio molti edifici rischiano di non poter usufruire del 110%"

Superbonus senza pace

Superbonus senza pace

di Rosalba Carbutti

Per il Superbonus edilizio 110% sotto le Due Torri non c’è pace. Il cavillo del Piano urbanistico generale che, di fatto, bloccava i lavori, era stato congelato nel gennaio scorso da Valentina Orioli, allora assessora all’Urbanistica. Ma, approvati il Pug e il relativo Regolamento edilizio, lo stesso cavillo rientra dalla finestra. Ne è ben consapevole Alberto Zanni, presidente di Confabitare, associazione a tutela della proprietà immobiliare, che ha preso carta e penna e ha scritto al sindaco Matteo Lepore per chiedere un intervento. "Il prossimo 1° gennaio entra in vigore una norma del Regolamento edilizio che prevede, in caso di realizzazione di interventi da Superbonus, il raggiungimento di una prestazione energetica pari a 60 o 30 Kwhmq. anno, a seconda del tipo di intervento", parametri che per "fabbricati esistenti e, a volte, piuttosto datati sono irragiungibili", scrive Zanni. In pratica, è il ragionamento nella missiva, congelata la norma del Pug che prevedeva di attivare il Superbonus solo al raggiungimento di classi energetiche A1 o A3 (e non semplicemente il miglioramento di due classi come in tutto il territorio nazionale), arriva un altro paletto che cambia di nome ma non di fatto la questione. "L’approvazione definitiva di Pug e Re – scrive il presidente di Confabitare – ha sospeso la sospensione" e anche se non si parla più di classi energetiche, ma di prestazioni "per gli esperti del settore la modifica è meramente nominalistica". Resta, però, un appiglio: lo stesso regolamento prevede la deroga in caso di documentata impossibilità

tecnica. Ma – come sottolinea Zanni – "spesso la difficoltà non è di natura tecnica, ma sottende a valutazioni di altra natura, non sempre perfettamente inquadrabili in modo oggettivo".

Per Confabitare, insomma, è proprio la ratio del provvedimento a stridere con l’obiettivo del Superbonus: "Va perseguito un diffuso miglioramento medio di prestazioni energetiche del patrimonio edilizio esistente, oggi molto basso, piuttosto che pensare a pochi interventi di eccellenza, che, in un’ottica complessiva, non cambierebbero in modo significativo né i consumi, né l’inquinamento".

D’altra parte, il decreto semplificazioni ha ridotto notevolmente gli adempimenti burocratici necessari per accedere alle agevolazioni, "segnalando una precisa volontà del governo di dare un forte impulso a questi interventi, che, nel nostro ambito locale, verrebbero invece in moltissimi casi bloccati dall’impossibilità di rispettare le prescrizioni del Regolamento edilizio", conclude Zanni. Da qui, il rischio déjà-vu: rivivere la stessa situazione dell’anno scorso.

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