Bologna, cresce la tassa di soggiorno. "Stangata sul turismo"

L'imposta sale al 6%. La novità del Comune non piace agli hotel: "Perderemo clienti"

Sempre più comitive di turisti in città

Sempre più comitive di turisti in città

Bologna, 10 ottobre 2018 - Il Comune punta ad aumentare la tassa di soggiorno, cioè l’imposta a carico dei turisti che dormono nelle strutture ricettive della città. L’obiettivo è di alzarla dal 5% al 6%, ma soprattutto di eliminare il sistema a fasce che oggi viene utilizzato da alberghi e pensioni (una serie di scaglioni che prevede un rincaro di 1,50 euro fino a 30,99 euro di spesa, fino a un massimo di 5 euro di sovraccarico oltre i 201 euro di tariffa per notte).

In questo modo Palazzo d’Accursio conta di recuperare più risorse (a bilancio per il 2019 ci sono 4,7 milioni di euro, erano 3,1 solo 5 anni fa), che per legge vanno comunque reinvestite in progetti culturali e di marketing territoriale. La proposta era già circolata l’anno scorso, ma poi se n’erano perse le tracce. Lunedì, invece, la giunta l’ha ritirata fuori e l’ha comunicata alle associazioni di categoria, nel primo di una serie di incontri tra l’assessore al Bilancio, Davide Conte, e i rappresentanti di Federalberghi, Asshotel e Unindustria.

E a giudicare dalla loro reazione, non è stata presa benissimo. I motivi sono soprattutto due: «Aumentando la tassazione, inevitabilmente perderemo appeal verso i turisti che alla fine sono i più bersagliati da questi oneri», spiega Paolo Mazza, presidente provinciale di Asshotel-Confesercenti. Inoltre, il cambio di calcolo dell’imposta porterà a un notevole esborso per ogni struttura: «Ogni albergo si troverà costretto a cambiare il software informatico dedicato a questo servizio – sottolinea Celso De Scrilli, numero uno di Federalberghi –: non è questione di spiccioli, stiamo parlando di una cifra tra i 2 e i 4mila euro per ciascun esercizio».

E al danno, si unisce la beffa: «Noi abbiamo già speso dei soldi per adeguarci a questa tassa, ora dobbiamo tirarne fuori altri, ma alla fine siamo solo degli esattori per conto del Comune», rincara la dose uno sconsolato Mazza. Insomma, l’accordo sembra lontano, anche se l’intenzione di Palazzo d’Accursio sarebbe quella di tirare dritto e portare al più presto la delibera in consiglio comunale e poi in giunta.

Nei prossimi incontri, le associazioni di categoria, inoltre, chiederanno certezze sugli investimenti degli introiti della tassa: «Vogliamo essere sicuri che vengano reinvestiti in attività turistiche e in eventi – spiega ancora Mazza –: non ci piace l’idea che servano a risanare attività come il Teatro Comunale, certamente importanti, ma che non portano beneficio al turismo in città». Le parti dovrebbero rivedersi già la prossima settimana.

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