Tridente spuntato e poca rabbia I rossoblù sbattono sulla Roma-2

Al Dall’Ara un’altra big fermata, ma è una chance persa per l’ottavo posto: i giallorossi giocavano con le riserve. Si rivede Arnautovic dal primo minuto con Orsolini e Barrow. La chance più grande al 93’ nei piedi di Zirkzee.

Tridente spuntato e poca rabbia  I rossoblù sbattono sulla Roma-2

Tridente spuntato e poca rabbia I rossoblù sbattono sulla Roma-2

di Gianmarco Marchini

La Roma aveva già i pensieri imbarcati sul volo per Leverkusen. Il Bologna è sceso ormai da un pezzo dal treno per l’Europa. Nelle premesse c’era già il finale della storia: noiosa e un po’ scontata, come lo zero a zero del Dall’Ara. Thiago può gòdersi la metà piena del bicchiere: quella dei 47 punti, record dell’era Saputo eguagliato a tre giri dalla fine. Per chi volesse, c’è anche l’altra prospettiva: quella di un Bologna ora undicesimo e scivolato nella parte destra della classifica. Certo, l’ottavo posto è ad appena due passi, ma Fiorentina, Monza e Toro sembrano avere più motivazioni nel serbatoio. I rossoblù, invece, sono in riserva da un po’. Da sei gare, per la precisione: due ko e quattro pareggi, di cui tre - va ricordato - con Juve, Milan e Roma. Per non dimenticare la vittoria sull’Inter a febbraio e lo 0-0 imposto alla Lazio a marzo. Grasso che cola nella povertà di emozioni dell’ultimo decennio. Ma come Pioli un mese fa, così ieri Mou schierava una Roma-2, con Ibañez, Cristante e l’impolverato Wijnaldum a guidare un manipolo di ragazzini e seconde linee: se non addirittura terze, come per il classe 2004 Missori. E’ nato quando José vinceva la prima Champions e fino a ieri vantava nel curriculum un minuto in serie A. Eppure da quella parte Barrow non è passato mai. Come mai ha visto la porta il redivivo Arnautovic, tornato titolare a furor di popolo a distanza di quattro mesi. Il tridente inedito, completato da Orso, non è bastato a sbrogliare una matassa facile da prevedere.

Mou ha fatto la partita che doveva e voleva fare: barricate a inizio gara con gli sbarbi e nella ripresa dentro i senatori per provare il colpaccio. E, infatti, quando ne entrano cinque della Roma bene (Abraham, Bove e Mancini, poi Pellegrini e Matic), l’inerzia cambia, detto pure che nei primi 45’ la chance migliore era capitata sui piedi di Belotti (24’). Bravo Skorupski nello specifico e in generale, perché è alla sua porta che si bussa di più. Dall’altra parte, si registra giusto un tiro da fuori di Orso (18’) a impegnare Svilar, anche lui al debutto assoluto in A, con Rui Patricio lasciato sul divano come Dybala perché giovedì a Leverkusen c’è un 1-0 da difendere e una finale di Europa League da conquistare.

Resta l’amaro in bocca, perché la sensazione è che il Bologna bello e maledetto di quaranta giorni fa questa partita l’avrebbe vinta. Oggi manca quella velocità di gamba e di idee, gli ingranaggi non girano come prima. Le circostanze poi non aiutano, costringendo Thiago a schierare una difesa inedita con De Silvestri e Sosa, rispolverati dopo mesi (nel caso di Lollo l’ultima da titolare fu a inizio ottobre con la Samp). E pensare che la chance per vincere il Bologna ce l’ha pure avuta, al 93’, quando su un cross di Cambiaso, Zirkzee al volo ha calciato fuori. Recrimina Motta, ma recrimina pure Mou che chiedeva un rigore per una sbracciata di Lykogiannis su Ibañez (70’). Tutto il resto è noia. Maledetta noia.

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