Truffe amorose Bologna, boom di denunce

Donne sole di mezza età truffate da finti corteggiatori. I consigli della polizia postale contro i raggiri

Meg Ryan nel film ‘C’è posta per te’  dove si innamora di Tom Hanks dopo scambi di mail

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Bologna, 12 febbraio 2019 – «Ti amo tanto, vorrei vivere con te. Ma ho bisogno di soldi per raggiungerti e comprare il nostro nido d’amore». E la sventurata rispose. Anzi, staccò l’assegno. Finendo poi con il cuore spezzato e il conto in banca svuotato.

Le chiamano ‘truffe sentimentali’ e sono una delle tante facce del cibercrimine. E, come la maggior parte delle truffe tradizionali, fanno leva sulle debolezze (e in questo caso la solitudine) delle malcapitate che finiscono nel mirino dei delinquenti telematici, conosciuti su Facebook o sui siti dedicati agli incontri, come Meetic. Un fenomeno che, anche a Bologna, ha già mietuto diverse vittime, come dimostra la mole di denunce su cui indaga la polizia postale. Che, oltre a occuparsi di individuare e denunciare i responsabili, mette in guardia gli utenti della rete da questo e poco romantico raggiro all’epoca dell’amore social.

Le vittime, di solito, sono persone di mezza età, con un vissuto sentimentale travagliato, desiderose di realizzarsi affettivamente. «Dopo un primo contatto su siti di incontri o social network – spiega il dirigente della Polpost Geo Ceccaroli –, tra vittima e carnefice si instaura una fitta e duratura corrispondenza, fatta di corteggiamenti e promesse d’amore eterno. Una volta carpita la fiducia della malcapitata, con le scuse più disparate il finto fidanzato inizia a chiedere denaro. Abbiamo un caso di una donna che ha inviato 80mila euro al suo ‘innamorato’».

E lo stillicidio di soldi e sentimenti dura fin quando la vittima non si rende conto di essere finita in un tranello. Spesso il raggiro viene posto in essere da più persone, frequentemente di nazionalità africana, che creano profili sui vari siti di incontri e sui social, provando a contattare donne (più raramente, anche uomini) che, per età e caratteristiche del profilo, possano apparire ‘appetibili’. Questi profili fake generalmente ritraggono giovani uomini che svolgono professioni avventurose, pericolose e affascinanti. Spesso i truffatori si fingono militari - sia italiani che stranieri - in missione, o professionisti sempre in giro per il mondo.

E una volta attratta la vittima nella rete, partono le richieste: «Ho smarrito la carta di credito», «Ho bisogno di costose cure», «Devo sbloccare dei soldi per l’acquisto della nostra casa», «Mi servono soldi per comprare il biglietto per venire da te». Richieste a cui le vittime, intontite dall’amore, ripondono inviando denaro tramite money transfer, bonifici su conti esteri, vaglia o facendo ricariche su carte di credito italiane e straniere, intestate a prestanome. A volte è capitato anche che gli autori del reato fossero persone reali e italiane. In questi casi, le vittime hanno raccontato anche di incontri in carne e ossa. Come sottrarsi, quindi, dalle grinfie di questi ‘rubacuori’? «Occorre tenere sempre a mente che le persone conosciute su internet sono di fatto ‘sconosciute’ – spiega Ceccaroli –: un primo accorgimento da adottare potrebbe consistere nella verifica della foto utilizzata dai ciorteggiatori sul profilo. Basta una ricerca su Google immagini per verificare se l’immagine sia stata, ad esempio, già utilizzata in altri account. Poi, richieste di denaro da parte di una persona che non si è mai incontrata devono subito apparire sospette: da evitare ogni forma di pagamento, specialmente quelle con modalità non tracciabili o che implicano trasferimento di denaro all’estero».

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