Ustica, scene di una 'Stragedia' in 81 scatti

A San Mattia la mostra fotografica di Nino Migliori sulla strage. Dettagli dell’aereo al lume di candela

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Ci rimase quattro notti dentro gli ex magazzini dell’Atc di via Saliceto destinati a diventare il Museo per la Memoria di Ustica. Ci rimase quattro notti, Nino Migliori, per fotografare 13 anni fa, alla fioca luce delle candele, i frammenti della carcassa del Dc9 Itavia abbattuto nel cielo di Ustica la maledetta sera del 27 giugno 1980. "Perché quell’illuminazione – spiega lui – crea una visione alchemica, racconta una realtà metaforica".

Bulloni, lastre metalliche, lamiere. Pezzi meccanici dalle dimensioni più svariate che nella penombra diventano altro, assumono forme inquietanti, alludono a una mostruosità immaginaria. Migliori aveva chiesto al Comune il permesso di immortalare quei frammenti prima che Christian Boltanski ricomponesse il velivolo nell’installazione ospitata ancora oggi appunto all’interno del Museo. Nacquero così 81 foto in bianco e nero (tante quante le vittime) che rimasero a lungo inedite. Ma il maestro, oggi 93enne, un’idea precisa ce l’aveva: realizzare, con le immagini raccolte, un’installazione che raccontasse quella ‘Stragedia’ (neologismo da lui inventato per coniugare l’idea della tragedia a quella della strage) attraverso la luce e i contrasti. Perché l’arte sa fare memoria, l’arte manifesta l’urgenza della verità.

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Oggi dunque, giorno del quarantesimo anniversario, apre nell’ex chiesa di San Mattia di via Sant’Isaia Nino Migliori. Stragedia, installazione immersiva che, anticipa l’assessore alla cultura Lepore, resterà visitabile fino alla prossima Arte Fiera e oltre. In San Mattia sette schermi di grandi dimensioni, posizionati ad altezze ed angolature diverse, avvolgono lo spettatore coinvolgendolo in una narrazione audio-visiva che rielabora le foto di Migliori grazie al montaggio video di Elide Blind e Simone Tacconelli, al visual design di Paolo Barbieri e alle sonorità che Aurelio Zarrelli ha costruito partendo dagli audio originali di quella notte. La curatela è di Lorenzo Balbi. "Un’opera d’arte epocale", la definisce il direttore regionale dei musei del Mibact Mario Scalini.

Di certo il risultato è di forte impatto emozionale (colpisce il lungo elenco delle vittime che alla fine compare quasi galleggiando sugli schermi), complice anche il buio sacrale in cui è immersa l’ex chiesa dove già Migliori aveva lavorato ai tempi di Bologna Duemila. "L’esplosione del Dc9 – diceva ieri alla presentazione il presidente dell’istituzione musei Roberto Grandi – ha creato un vuoto che il lavoro Migliori ha saputo riempire di senso". Perché, si sa, la foto per Nino è una forma di scrittura che svolge, al di là di ogni suggestione, un proprio percorso narrativo. E su questo concetto si è soffermata anche Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione Parenti delle Vittime, raccontando lo stupore davanti ai primi scatti del maestro. La mostra (promossa dal Comune con il sostegno della Fondazione Mast) sarà aperta dal venerdì alla domenica. Ma già si sta pensando di portare Stragedia nel 2021 in altre città. A partire da Palermo.

ð 051 6496611. A ogni proiezione, della durata di un quarto d’ora, non possono partecipare più di 15 persone.

 

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