Bologna, variante Xe: al Sant'Orsola parte la caccia

La microbiologa del Policlinico: "Via al sequenziamento dei campioni. E crescono anche i casi di influenza"

 Tiziana Lazzarotto, direttore della Microbiologia del Policlinico

Tiziana Lazzarotto, direttore della Microbiologia del Policlinico

Bologna, 6 aprile 2022 - La caccia alla variante Xe è partita al Sant'Orsola.  "Non abbiamo ancora trovato dei casi - precisa Tiziana Lazzarotto, direttore della Microbiologia del Policlinico - anche se abbiamo già iniziato due attività di sorveglianza, potenziando quella esistente. Domenica si è conclusa la raccolta mirata, che si ripete tre volte al mese, costituita da una decina di campioni provenienti dalla terapia intensiva, da pazienti reinfettati e da malati  con polmonite Covid, mentre lunedì è stata avviata la raccolta casuale dei positivi del territorio dell'area metropolitana, dagli ospedali e da Imola. Quest'ultima è la cosiddetta flash survey che viene fatta una volta al mese, adesso stiamo eseguendo l'esame di sequenziamento e poi invieremo i risultati al ministero della Sanità e all'Istituto superiore di sanità, come accade per la raccolta mirata. Saremo pronti a fine settimana".

Covid in Emilia-Romagna, il bollettino del 6 aprile

Nell'attesa, dal laboratorio arriva una sorpresa. "Da due settimane nel 40% dei tamponi troviamo la presenza del virus influenzale di tipo A - osserva la direttrice - Quindi, mentre da gennaio a poco più di metà marzo emergevano solo pochi casi di influenza, ora ci troviamo in una fase di crescita. Ed è strano, perché il virus influenzale è stagionale e in genere ad aprile circola solo qualche caso sporadico. La mia ipotesi è che il Covid potrebbe aver avuto riflessi anche sull'andamento epidemiologico generale".

Nel frattempo, vediamo da vicino quali varianti del Coronavirus sono al momento maggiormente presenti tra la nostra popolazione. "La Delta è scomparsa  - assicura Lazzarotto -, mentre l'80% della circolazione è di Omicron BA.2 e il restante 20% di Omicron BA.1.  Quest'ultima è più contagiosa di Delta e BA.2 più di BA.1. Xe, invece, è un ceppo nato dalla partecipazione delle due varianti, per questo viene indicato come ricombinante, e secondo le prime stime dell'Oms pare avere un vantaggio di trasmissione del 10% rispetto a BA.2, tuttavia è ancora da confermare, sappiamo che sicuramente è più contagiosa, ma si ipotizza che la copertura vaccinale sia sufficiente a controllare la malattia". Xe è stata rilevata per la prima volta nel Regno Unito il 19 gennaio, "e adesso è presente anche in Belgio, Germania, Olanda e potenzialmente potrà arrivare anche da noi". Secondo la microbiologa, "questa nuova ricombinazione tra varianti è uno dei fenomeni più comuni che ci potevamo aspettare dalla pandemia, le varianti sono quelle che predominano nella circolazione ed essendo molto simili tra di loro è facile arrivare a dei mix: è la strada utilizzata dal virus per diffondersi con una maggiore azione, dal momento che deve sfuggire alle barriere della protezione vaccinale.  Del resto, è un comportamento già osservato nei virus influenzali".

La sorveglianza sulle varianti del Coronavirus per il momento proseguirà fino a maggio, con alternanza di flash survey e raccolte mirate di campioni.  'Siamo allertati sulla possibilità che possano circolare varianti anche diverse da quelle finora osservate e il ministero, con il coordinamento dell'Istituto superiore di sanità, ha stanziato dei fondi per tenere attiva rete di sorveglianza per i prossimi tre anni _ sottolinea Lazzarotto - e intanto proseguiremo con questo ritmo fino a maggio. In Emilia-Romagna per la raccolta mirata si esaminano circa 75 campioni tre volte al mese, per quella random circa 140 campioni ogni trenta giorni', conclude Lazzarotto.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro