FRANCESCO MORONI
Cronaca

Venezi: "La musica non deve essere elitaria"

Il direttore d’orchestra domani sarà fra gli ospiti dell’ultima giornata di ‘Eufonica’ a Palazzo Re Enzo per incontrare pubblico e allievi

Venezi: "La musica non deve essere elitaria"

Venezi: "La musica non deve essere elitaria"

di Francesco Moroni

Venezi, bisogna fare di più per avvicinare i giovani alla musica?

"Penso che si debba insistere non soltanto con i giovani, ma anche con fette di un pubblico più ampio che negli ultimi anni si sono allontanate. Vede, la musica di recente è stata gestita troppo spesso in maniera elitaria, come fosse per coloro che ‘già sapevano’, per una nicchia di soggetti che possiedono competenze pregresse… Invece la musica è di tutti". Riprende il sottotitolo della rassegna Eufonica, fino a domani a Palazzo Re Enzo, Beatrice Venezi: pianista e direttore d’orchestra – come ama farsi chiamare – classe 1990, è il ‘braccio destro’ del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano soprattutto quando si parla di musica, dopo essere stata nominata consigliere del Ministero sul finire dello scorso anno. Sarà sotto le Torri domani, dalle 18 alle 19 nel Salone del Podestà, per un dialogo ravvicinato con gli spettatori e i giovani allievi di scuole musicali e conservatori in cui analizzerà proprio quello che conosce meglio: "Quello di Eufonica mi sembra un modello di cui c’era bisogno", sottolinea.

Dicevamo come ci sia anche bisogno di uscire da quella ‘cultura elitaria’…

"Sì, che è quello che succede normalmente negli altri Paesi. Io porto spesso un esempio".

Mi dica.

"La prima volta che diressi a Londra, vidi arrivare persone di tutti i tipi: c’era chi indossava un abito elegante ed era vestito di tutto punto, altri che arrivavano con i calzoncini corti dopo il picnic al parco. In Italia non succede questo, mentre penso sia importante recuperare questo aspetto perché offre un doppio vantaggio".

Di che tipo?

"Dal profilo prettamente filoculturale, permette di promuovere la nostra identità e la conoscenza, perché non è possibile non conoscere l’opera lirica e le nostri origini. Ma l’aspetto importante sta nella possibilità di accedere alla bellezza, che rimane un faro, specialmente in un periodo buio dove le notizie rimandano ad aspetti negativi come la guerra o la crisi economica. Il teatro porta bellezza ed è un luogo sociale".

‘Eufonica’ cos’ha da raccontare, secondo lei?

"È un’esperienza molto positiva finalizzata per un pubblico giovane. Ed è fondamentale veicolare anche quegli aspetti della cultura che possono risultare più distanti o di difficile comprensione. Spesso la musica classica, ad esempio, sembra un oggetto museale da tenere rilegato sotto una teca, invece serve far capire quanto sia viva e come viva di comunità. Credo moltissimo nel ruolo della cultura come fattore unificante di una società e in questo senso Eufonica è un bel modello".

A Bologna è legata, invece?

"È una città che amo molto, anche se non mi sono mai esibita qui, per ora, e non la conosco sotto questo profilo. So che c’è un pubblico molto affezionato, partecipe e attento, che frequenta i teatri e le varie istituzioni. Ma non mi stupisce: è una città da sempre attiva dal punto di vista culturale e universitario".

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