CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Violenza, Favia assolto: "È la fine di un incubo. Chi mi ha accusato paghi"

L’ex consigliere Cinque stelle fu denunciato da una ex. Ieri la sentenza "In questi due anni sono stato umiliato: presto mi toglierò qualche sassolino".

Violenza, Favia assolto: "È la fine di un incubo. Chi mi ha accusato paghi"

Violenza, Favia assolto: "È la fine di un incubo. Chi mi ha accusato paghi"

Assolto perché il fatto non sussiste. Si è concluso così il processo di primo grado che vedeva imputato Giovanni Favia, ex esponente del Movimento 5 Stelle e ora gestore di alcuni locali in città, accusato dall’ex compagna di violenza sessuale per fatti che risalirebbero alla notte tra il 5 e il 6 novembre del 2021. All’origine del procedimento, la denuncia della ragazza, assistita dall’avvocato Barbara Iannuccelli (che all’uscita dal tribunale non ha voluto rilasciare dichiarazioni), con cui Favia aveva avuto una relazione. Ieri mattina – il processo si è svolto con rito abbreviato ‘secco’ (cioè basato solo sul fascicolo del pm, senza acquisire altre prove) – è arrivata la decisione della giudice Roberta Malavasi.

"È stata fatta giustizia – le prime parole di Favia fuori dall’aula, mentre abbraccia commosso il figlio di tre mesi e la nuova compagna – anche se non dovevo trovarmi qui. Faccio fatica a essere felice, ma almeno adesso posso voltare pagina".

L’ex consigliere pentastellato, ieri pomeriggio, ha poi affidato alla sua pagina Facebook un lunghissimo sfogo in cui ha ripercorso tutta la vicenda: "Sono stati due anni di inferno – scrive –, due anni di calunnie, di umiliazione pubblica. Mi sento come quando ti svegli tutto sudato da un brutto, bruttissimo incubo. È finito, ma non stai certo bene. Nei prossimi giorni mi toglierò qualche sassolino dalla scarpa. Ora vorrei solo che chi mi ha fatto tutto questo possa essere giudicato e processato come è successo a me. Ringrazio la mia famiglia, il mio avvocato, i colleghi di studio e i miei amici e chiunque mi sia stato vicino. Mi ha aiutato moltissimo". Favia è anche critico verso la Procura, che a suo dire "ha preso molto sul serio la querela presentata scientemente dall’avvocato della mia ex e mi ha indagato pesantemente". A chiedere il rinvio a giudizio dell’ex esponente del Movimento 5 Stelle era stato, a gennaio, il pm Tommaso Pierini dopo che il gip Domenico Truppa aveva ordinato l’imputazione coatta. Inizialmente il pubblico ministero aveva chiesto l’archiviazione, ma la legale della donna si era opposta, così Truppa aveva stabilito appunto l’imputazione per il reato di violenza sessuale, l’archiviazione invece per le contestazioni di stalking e lesioni. "Sono stato sempre convinto della sua innocenza – così il legale dell’imprenditore, l’avvocato Francesco Antonio Maisano (insieme nella foto) –. Questo è stato un caso di macelleria mediatica, il mio assistito ha sofferto e ha pagato in anticipo per una cosa per cui non doveva pagare. Spero che possa recuperare tutto il tempo e la salute perduti in questi anni, così come le tante occasioni di lavoro. Oggi si parla molto della presunzione d’innocenza, ma si pratica poco".

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