Vittorio Savini e l’arma dell’ironia, esce il libro

'L’insopportabile’ è una raccolta di articoli del giornalista del ’Carlino’ scomparso un anno fa

Il libro con la caricatura che usava per le sue rubriche

Il libro con la caricatura che usava per le sue rubriche

Bologna, 18 gennaio 2022 - Vittorio Savini è stato uno dei giornalisti bolognesi più ironici e brillanti. Una malattia rapida e terribile se l’è portato via un anno fa, a 68 anni. Aveva lavorato al Giornale di Indro Montanelli e poi a lungo nel nostro quotidiano. Ha scritto ottimi libri su Bologna e sugli indiani d’America, sua grande passione. Tanti ricordano le rubriche a sua firma, apparse quasi tutte nelle pagine di cronaca cittadina. La più celebre (‘Gli insopportabili’) ha ispirato il titolo di un volume che sarà in libreria a fine mese: ‘L’insopportabile’, di Vittorio Savini, Minerva edizioni, 240 pagine, 15 euro.

È il risultato del lavoro di Gabriella, compagna del giornalista, e di un gruppo di amici e colleghi che hanno voluto ricordare Vittorio selezionando una serie di articoli pubblicati sul Resto del Carlino tra il 1996 e il 2010. Molti pezzi conservano una freschezza e un’attualità sorprendenti. Quello che qui proponiamo, tratto dal libro, è del maggio 2007. Il volume sarà presentato dopodomani, giovedì, alle 18 al Grand Hotel Majestic già Baglioni, in via Indipendenza 8. L’accesso è libero (super Green pass e mascherina ffp2) ma i posti disponibili sono prenotati quasi completamente. Per informazioni 051-6630557. Sarà possibile seguire la presentazione in diretta streaming sul sito Facebook di Edizioni Minerva.

I nemici del degrado

di Vittorio Savini

Bologna, 12 maggio 2047. Ancora momenti di tensione, ieri pomeriggio, durante il sit-in organizzato in piazza Verdi dal comitato “Stop ai residenti”, ultimo nato in ordine di tempo per combattere il degrado provocato in zona dalla continua presenza di casalinghe e impiegati. "Siamo esasperati – dice Omar il Marsigliese, portavoce di “Stop ai residenti” –. È un viavai continuo di umarrellabestia che entrano ed escono dalle loro case, ci scavalcano, alzano le serrande dei negozi quando noi dormiamo e bevono di continuo minerale gasata". "Se le cose non cambiano finisce che ce ne dovremo andare tutti – aggiunge Gianna la Tatuata, 49 anni, titolare di un piccolo spaccio di eroina –. Io vivo qui da anni, pensi che mio padre Kociss vomitò per la prima volta proprio davanti a questo portone nel lontano 2004; ma allora non c’erano questi problemi e una ragazza poteva girare sola senza incontrare tutti quei merdoni col golfino, il mutuo da pagare e il cinemino con la pizza al sabato sera".

In piazza Verdi la rabbia si taglia col coltello; a nulla sono valse, in tutti questi anni, le petizioni firmate contro i residenti. E la soluzione del problema appare sempre più lontana. "Ma la repressione non serve a niente – sostiene il presidente del Quartiere San Vitale, Fefé La Siringa –. Sappiamo bene come vanno certe cose: pensionati e casalinghe se li togli di qua te li ritrovi il giorno dopo da un’altra parte; sempre a parlare sottovoce, portare i figli a scuola e a bere la minerale venduta anche di notte dai take-away dei pakistani. Bisognerebbe parlargli, stabilire un contatto. Ma con la repressione non si arriva da nessuna parte".

Di tolleranza zero, invece, parla il sindaco. "In città esistono ancora troppe sacche di legalità diffusa – dice –. Mille episodi di micro-onestà e cortesia strisciante che danno seriamente da pensare e vanno fermati prima che sia troppo tardi. Non vogliamo certo militarizzare alcune zone, ma è chiaro che quando la sera non sei libero di vomitare dove vuoi, c’è gente che butta le lattine nei cassonetti e non puoi neppure suonare i bongo in piazza, allora le istituzioni non possono fare finta di niente".

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