Bologna, 19 ottobre 2022 - Il passaggio da ‘Zona 30’ a ‘Città 30’ – con l’estensione del limite di velocità a tutta la città – avverrà in modo graduale. Il primo passo, annunciato dal sindaco Matteo Lepore, sarà una delibera di giunta, in agenda a novembre, "che decreterà Bologna città 30".
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Si tratta, in pratica, di estendere all’intera area urbana il limite massimo di velocità a 30 chilometri l’ora invece dei 50 in vigore in gran parte della città. Con l’obiettivo primario di ridurre drasticamente il numero di incidenti, con il loro tragico bilancio di morti e feriti, che quest’anno ha purtroppo registrato una preoccupante impennata.
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Sarà richiesto ai bolognesi un "cambio culturale", un impegnativo cambio di abitudini negli spostamenti. Non si ragionerà più, come oggi, di ‘zone 30’ viste come eccezioni: centro storico e, a macchia di leopardo, porzioni sparse nei vari quartieri.
Si ribalterà la prospettiva. Si parlerà di ‘città 30’ nel suo complesso, dove le strade con il limite ai 50 rappresenteranno l’eccezione. Che sarà circoscritta alle strade a scorrimento veloce sulla rete stradale primaria.
Intanto, è stato approvato un finanziamento di 100mila euro per la necessaria modifica della segnaletica. Perché quella che si annuncia come una rivoluzione della mobilità cittadina dovrà essere accompagnata da "interventi diffusi di moderazione del traffico e risistemazione infrastrutturale".
"Ci vorrà tempo per realizzare la ‘città 30’ dappertutto, in tutti i quartieri. Non basta decidere una regola, bisogna fare anche le opere", ha precisato Lepore. È probabile che si renderà necessario anche rivedere l’attuale classificazione delle strade. Per questo, a Palazzo d’Accursio stimano di potere andare a regime con il progetto verso la metà del 2023.
L’iter prevede anche il confronto con la città. Sarà "una sfida che accompagneremo con i laboratori di quartiere e gli incontri di bilancio partecipativo", spiega il sindaco.
Si punta di fare della ‘città 30’ "un grande momento di incontro e di ascolto delle persone". Per arrivare a realizzare un progetto " che farà la differenza, come hanno fatto i T-Days negli scorsi dieci anni per Bologna".
Mauro Sorbi, presidente dell’Osservatorio regionale sulla sicurezza stradale si dice "assolutamente d’accordo" con la decisione dell’amministrazione. Certo, avverte Sorbi, "il progetto ‘città 30’ dovrà essere studiato molto bene. Spero che sarà fornita alla città un’informazione completa, e che tutte le categorie di utenti della strada vengano coinvolte". Ma, ammonisce Sorbi, "senza controlli i 30 all’ora resteranno solo un numero sui segnali stradali".