L’Unibo fa luce sulla scrittura di Rapa Nui

Nel nostro podcast la scoperta delle ricercatrici Ferrara e Talamo su alcune incisioni precedenti all’arrivo degli Europei

Una delle tavolette analizzate

Una delle tavolette analizzate

Bologna, 15 febbraio 2024 - Cosa c’entra la scrittura di Rapa Nui, la celebre Isola di Pasqua famosa per le grandi sculture in tufo dalle sembianze umane, i moai, con Bologna? Ecco la storia che racconta oggi il podcast Il Resto di Bologna, ascoltabile qui e sulle principali piattaforme. Attraverso la voce della studiosa Silvia Ferrari , fiore all’occhiello della nostra Università, che guida il gruppo Inscribe , raccontiamo una scoperta fatta all’ombra delle Due Torri. Ovvero che "molto probabilmente Rongorongo è la quinta invenzione della scrittura nella storia degli esseri umani", come afferma Ferrara, fresca di indagine scientifica su quattro tavolette incise in Rongorongo, in arrivo da un piccolo museo di Roma: in tandem con la squadra della cronologa Sahra Talamo – che dirige il laboratorio di radiocarbonio ‘BRAVHO’ – questi riperti sono stati sottoposti al test del radiocarbonio. Gli studi incrociati fatti a Bologna e i test col radiocarbonio hanno indagato se Rongorongo sia nata prima del 1770, anno in cui a Rapa Nui giunse la spedizione spagnola comandata da González de Ahedo, allo scopo di annetterla ai territori spagnoli, e fu organizzata una cerimonia ufficiale in cui i capi firmarono "nella loro scrittura" un trattato ufficiale.

“Il sospetto che fosse un sistema di scrittura inventato da zero – sottolinea Ferrara– non è una cosa nuova. Avere un sospetto non è però fare scienza e quindi il nodo cruciale è riuscire ad avere dei dati diretti e indiretti, da testare, per riuscire a validare un’ipotesi, ovvero che Rongorongo fosse un sistema di scrittura inventato da zero. Quindi, per noi, la cosa più ovvia da fare era iniziare in via preliminare a datare il legno di queste tavolette, che in totale sono 27, cosa che abbiamo fatto col radiocarbonio e con questa bravissima professoressa di Bologna, Sahra Talamo, che è una radiocarbonologa che si occupa di retrodatazione".

E prosegue: "Una di queste tavolette, la cosidetta Echancrée, che è stata trovata dall’omonimo missionario di Tahiti a Rapa Nui, che poi l’ha portata a Roma, è quella che ha dato i risultati più antichi: sarebbe del quindicesimo secolo secondo la datazione al radiocarbonio, attorno al 1450, e quindi il legno antedata l’arrivo degli europei di circa 300 anni. Il fatto diventa cruciale perché non implica che siamo riuscite a datare, ovviamente, la composizione del testo, che poteva essere stato composto non molto più tardi". "Il punto è – conclude –che, se questo è lo scenario, allora bisogna giustificare la presenza di un legno così antico che si è preservato per più di 300 anni e poi scritto. Il che per me, da un punto di vista logico, è complicato".

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