Fiac Compressori, fumata bianca. I lavoratori restano a Pontecchio Marconi

Accordo raggiunto dopo una maratona di 15 ore e 53 giorni di mobilitazione

Fiac Compressori, trovato l'accordo (FotoSchicchi)

Fiac Compressori, trovato l'accordo (FotoSchicchi)

Bologna, 17 luglio 2020 – Fumata bianca. Dopo una maratona di 15 ore, in cui si è più volte arrivati sull'orlo della rottura, alle 5.30 di questa mattina è stato raggiunto un accordo per i lavoratori della Fiac Compressori, azienda bolognese controllata dalla multinazionale svedese Atlas Copco. Per ora il trasferimento dell'attività e dei lavoratori dallo stabilimento di Pontecchio Marconi a quello di Torino è scongiurato.

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L'intesa, approvata in assemblea dai dipendenti di Fiac, prevede che fino al 30 giugno 2021 sarà garantita la stabilità dei rapporti di lavoro. Non solo, chi in questo lasso di tempo andrà in pensione sarà sostituito da un nuovo assunto a tempo indeterminato tra i lavoratori oggi in azienda con contratto di staff leasing. Con questa staffetta generazionale tutti i dipendenti che potranno raggiungere la pensione nei prossimi due anni avranno la possibilità di uscire senza penalizzazioni sulla retribuzione.

Viene poi riconfermato l'impianto dell'accordo del 12 giugno scorso e i tavoli tematici che si sono costituiti nelle scorse settimane (sugli aspetti finanziari, occupazionali e industriali) si trasformano in un 'osservatorio' che sarà convocato fino a dicembre per esplorare tutte le possibili soluzioni per evitare il trasferimento. Se, però, non dovesse essere trovata una via per il rilancio del sito bolognese e Atlas Copco insistesse nel progetto di trasferimento, l'azienda si è impegnata a dare comunque protezione ai lavoratori, sottoscrivendo entro marzo un accordo su un 'piano sociale' che, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione (reindustrializzazione del sito, accompagnamenti dei lavoratori, outplacement, formazione e riqualificazione, ricorso agli ammortizzatori sociali), tuteli l'occupazione dello stabilimento di Pontecchio.

"E' stata una notte difficilissima durante la quale più volte si è corso il rischio che l'azienda rompesse la trattativa, facendo precipitare tutti in uno scenario totalmente imprevedibile", riferiscono Fiom e Nidil. "Sicuramente va ringraziato il ruolo di grande autorevolezza esercitato dalle istituzioni che ha permesso di superare anche i momenti più duri", riconoscono i sindacati, che sottolineano il contributo arrivato dalla Regione Emilia-Romagna con l'assessore Vincenzo Colla, e dai sindaci di Sasso Marconi, Roberto Parmeggiani, e di Castel San Pietro, Fausto Tinti, presente per la Città metropolitana di Bologna.

Accordo approvato dai lavoratori

Subito dopo la firma in viale Aldo Moro, alle 8 si è riunita l'assemblea dei lavoratori per votare l'ipotesi di accordo, illustrata, nel 53esimo giorno di mobilitazione, dal segretario generale della Fiom di Bologna, Michele Bulgarelli, dal funzionario Eugenio Martelli, dalla segretaria generale del Nidil Giovanna Balzoni, dalla rsu aziendale, presente anche il segretario generale della Fiom dell'Emilia-Romagna, Samuele Lodi.

L'accordo è stato approvato con 138 voti favorevoli, 2 schede bianche e un contrario. "E' stato per noi un punto dirimente di tutta la trattativa vedere riconosciuta e affermata contrattualmente l'unità di tutti i lavoratori presenti nel sito industriale di Pontecchio: i dipendenti di Fiac, i dipendenti di Fisc Professional Air Compressors, i lavoratori in somministrazione (di cui 29 in staff leasing) e i lavoratori della logistica", spiega il sindacato.

"Questo accordo non sarebbe stato possibile senza la straordinaria mobilitazione dei lavoratori, il loro coraggio e la loro determinazione, senza l'impegno dei delegati sindacali, senza la solidarietà di tutta la Bologna metalmeccanica, del mondo del lavoro, delle forze politiche, delle istituzioni, della società civile e del mondo della cultura, dalla Cineteca di Bologna a Ken Loach a Lo Stato Sociale e Cisco, dai commercianti di Sasso Marconi ai Modena City Ramblers", ringraziano Fiom e Nidil.

"Questi cinquanta giorni di presidio, giorno e notte, trentasei giorni di sciopero ci hanno anche mostrato il protagonismo dei lavoratori e anche una grande disponibilità al conflitto da parte dei giovani e dei precari. Una lotta esemplare per tutto il territorio, anche in vista di un autunno che si annuncia molto preoccupante. Verso questo autunno andiamo con la consapevolezza che tra i lavoratori c'è quella dignità, quel coraggio e quella serietà di cui tutto il Paese ha estremamente bisogno in un momento difficile come quello che stiamo vivendo", concludono i sindacati.

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