Lamborghini, offensiva green

Bologna, il ’Toro’ monitora l’aria attraverso querce e api. E nel 2023 sui bolidi l’ibrido elettrico

Lamborghini

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di Francesco Moroni

Dal riciclo degli scarti di fibra di carbonio alla foresta di querce nata per monitorare i livelli di anidride carbonica, dall’impianto di teleriscaldamento autoalimentato per più del 50% – e che circumnaviga Sant’Agata Bolognese – a quello di trigenerazione, fino alle arnie con le api in grado di svolgere un ruolo di monitoraggio dell’inquinamento: Lamborghini fa rima con sostenibilità. Non lo testimoniano solo i progetti e le politiche che il marchio del Toro mette in campo da anni, anche in maniera premonitrice rispetto ad altre realtà. Ora c’è di più: il programma ‘Direzione Cor Tauri’. Lamborghini punta così a diventare un’azienda a Co2 neutrale, dopo aver ottenuto nel 2015, e mantenuto negli anni a seguire, lo stesso tipo di certificazione per quanto riguarda il proprio stabilimento (nonostante il raddoppio del sito, passato nel 2018 da 80mila a 160mila metri quadrati). L’obiettivo è arrivare alla decarbonizzazione dei modelli futuri e continuare la neutralizzazione delle emissioni, secondo "un approccio olistico".

"Tutto questo guardando alla sostenibilità e all’impatto sul territorio: tutti gli edifici costruiti hanno infatti seguito gli standard energetici e ambientali più alti – spiega Ranieri Niccoli, chief manufacturing officer di Lamborghini –. La nostra strategia si basa su tre pilastri: evitare, ridurre, compensare. Così nel 2010 abbiamo inaugurato l’impianto fotovoltaico (il più grande del settore industriale dell’Emilia-Romagna, con un’area di circa 15mila metri quadrati, ndr), mentre nel 2011 è stato aperto il Parco Lamborghini. Da quest’anno è cambiata la logistica: le scocche delle Urus (il super-suv Lamborghini, ndr) vengono trasportate su rotaia e non più su strada, con una riduzione di emissioni di Co2 dell’85 per cento, mentre dal 2022 inizieremo anche a usare biometano al posto del gas naturale per l’alimentazione dei nostri impianti".

E ancora, come detto, lo studio di biomonitoraggio delle api: 13 arnie, 600mila animali e una funzione incredibile di tutela del territorio, con indicazioni preziosissimi sulla diffusione e sulla provenienza degli agenti inquinanti. Ma non solo, perché l’intero mondo Lamborghini a Sant’Agata Bolognese sembra davvero votato alla salvaguardia ambientale.

Il progetto Cor Tauri, che prende il nome dalla stella più luminosa della costellazione del Toro, si articola invece in tre frasi: il prossimo anno scatteranno gli ultimi "fuochi d’artificio" per quanto riguarda i modelli con motore a combustione. Poi, la vera svolta: nel 2023 Lamborghini lancerà il primo modello di serie ibrido, ed entro la fine del 2024 tutta la gamma sarà elettrificata. Parliamo di un investimento da oltre 1,5 miliardi di euro in quattro anni, il più grande nella storia dell’azienda. Infine, la prima Lamborghini Full Electric arriverà nella seconda metà del decennio.

Ovviamente, al momento, nessuna anticipazione sul modello. "Da più di dieci anni portiamo avanti un impegno al di là delle autovetture: abbiamo iniziato con questo approccio olistico in tempi non sospetti – racconta Stephan Winkelmann, chairman e ceo di Lamborghini –. Rispetto ai nostri concorrenti, noi siamo un oggetto di desiderio, un sogno: diventa difficile cambiare la natura dei prodotti, il design, il suono, l’accelerazione, tutto quello che caratterizza una super-sportiva".

La casa del Toro, in occasione del proprio ‘Sustainability day’, continua così ad accelerare nel proprio percorso di sostenibilità ambientale, senza lasciare mai indietro, precisano nello stabilimento nella campagna bolognese, i propri standard di prestazioni e qualità.

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