Bologna Fc, stipendi garantiti da Saputo

Il chairman rassicura i dipendenti che lavorano dietro le quinte: i compensi di marzo non subiranno alcuna decurtazione

Joey Saputo, 55 anni, proprietario del Bologna Fc 1909

Joey Saputo, 55 anni, proprietario del Bologna Fc 1909

Bologna, 28 marzo 2020 - Joey Saputo rassicura l’azienda e la famiglia rossoblù: gli stipendi non saranno toccati. Almeno quelli dei dipendenti che lavorano dietro le quinte per garantire alla squadra e al club la normale quotidianità. Di questi tempi è buona notizia. A Leeds, Bielsa e la squadra hanno rinunciato all’ultima mensilità a patto che il proprietario assicurasse gli stipendi ai dipendenti, in Germania anche gli assi del Bayern Monaco hanno acconsentito a un taglio del 30 per cento chiedendo la stessa assicurazione e sulla stessa linea si sono mossi, sempre in Germania, Union Berlino, Werder Brema e Borussia Dortmund.

Ma la questione ingaggi, sta agitando la ricchissima Europa del pallone. A Barcellona, sua maestà Messi e compagni hanno rifiutato l’ipotesi del calo degli emolumenti e sono stati messi in cassa integrazione dal club. La stessa sorte è toccata ai calciatori dell’Espanyol e in Italia sono sul piede di guerra in tal senso anche De Laurentiis, Lotito e Giulini, proprietari di Napoli, Lazio e Cagliari.

Non Saputo. Che in primis intende garantire i lavoratori a cui raramente si pensa in un mondo in cui circolano milioni su milioni. In casa rossoblù, Poli e compagni non sono stati contattati per discutere di un eventuale taglio degli ingaggi.

E se in casa Juventus Chiellini propone che l’intera rosa si riduca gli ingaggi per venire incontro al club, a Casteldebole gli atleti restano in attesa. In seno al club, la dirigenza ha deciso di adottare la seguente politica: attendere la concertazione collettiva della Lega serie A con Figc e Assocalciatori. Se i vertici nazionali del calcio, nell’ambito di un’emergenza destinata a essere pagata con milioni di perdite (fino a 720 milioni per l’intera serie A, in caso di mancata ripartenza) anche nel mondo del pallone, stabiliranno che anche i calciatori dovranno pagare una parte della crisi rinunciando al 20-30 per cento degli ingaggi, tanto la dirigenza rossoblù quanto i suoi calciatori seguiranno.

In Lega si riflette su modalità e possibilità, approfittando del tempo, considerato che le società avranno tempo fino a fine maggio per pagare gli stipendi di marzo. Anche perché intanto le Leghe Europee, dopo i rinvii di Europei e Copa America, si sono dette pronte a giocare anche in estate inoltrata pur di portare a termine i campionati per ridurre così le perdite non rinunciando ai denari provenienti dai diritti televisivi.

In casa Bologna il monte ingaggi si aggira attorno ai 42 milioni. Un taglio del 30 per cento, significherebbe un risparmio di 12,6 milioni, del 20 di 8,4, mentre a livello nazionale si medita di bloccare momentaneamente la mensilità di marzo, in attesa di capire se e quando si ripartirà e se si riusciranno a giocare tutti i match mancanti, per poi meditare i tagli dopo aver quantificato con esattezza le perdite.

Perdite che, nel caso peggiore, a Casteldebole potrebbero sforare i 30 milioni. Per ora, però, Saputo attende. E nell’attesa garantisce i dipendenti di Casteldebole, che percepiranno regolarmente lo stipendio di questo mese senza calcio.

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