Cgil, a Bologna flash mob per i morti sul lavoro. Landini: “Alluvione? La ricostruzione non parte”

Il leader del sindacato dal palco dell’Arena del Sole commenta anche il caso Gibelli: “Riorganizzazione interna, abbiamo scelto di non avere più un portavoce”

Il flash mob della Cgil all'Arena del Sole

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Bologna, 12 settembre 2023 - “Rispetto per le morti sul lavoro”. Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, alza anche lui un cartello, assieme alla centinaia di delegati presenti a Bologna per l’assemblea generale del sindacato sulla contrattazione in corso, sul palco dell’Arena del Sole.

Dopo il flash mob il leader Cgil ha commentato le parole di Sergio Mattarella in merito alla necessità di maggiore sicurezza sul luogo di lavoro: “Parole sante, è sotto gli occhi di tutti che non abbiamo fatto abbastanza e che c’è una strage in corso. Quando ogni giorno qualcuno muore sul lavoro è evidente che c’è una situazione non più sostenibile”.

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Ma non solo. Per Landini “il sistema va cambiato in toto” e da tempo “stiamo chiedendo una patente a punti per le imprese, perché non ci possono essere aziende che non rispettano leggi e sicurezza”. Landini, però, interviene a tutto campo. Dal Jobs Act “una legislazione che va cambiata, ne parleremo nelle nostre assemblee a settembre e ottobre”, ricordando come “il referendum possa essere il giusto strumento”. Non mancano critiche al governo, tant’è che Landini si prepara alla lotta: "Ci sarà una grande mobilitazione il 7 ottobre, se poi l’esecutivo non risponderà alle nostre richieste, dal fisco alle pensioni al salario minimo, lo sciopero generale non è escluso”.

Sotto le lente, ovviamente, la legge di bilancio che dovrebbe essere licenziata a metà ottobre. Critiche anche alla gestione del post-alluvione, visto che “oltre alle chiacchiere non è stato messo un soldo e la ricostruzione non parte”. Infine, un chiarimento sul ’caso Massimo Gibelli’, lo storico portavoce Cgil, ex portavoce anche di Sergio Cofferati quando fu sindaco di Bologna, che ha raccontato “di essere stato licenziato dopo 40 anni nel sindacato con il Jobs Act”. Landini getta acqua sul fuoco: ”La Cgil ha proceduto alla sua riorganizzazione interna. Abbiamo scelto di non avere più la figura del portavoce perché è un lusso che non possiamo permetterci. Il Jobs Act? Non c’entra nulla. Venne riassunto nel 2012 (mentre il Jobs Act venne approvato nel 2015 dal governo di Matteo Renzi, ndr)”.

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